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Sono accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi e munizioni le 15 persone sottoposte a custodia cautelare in carcere da parte del gip del Tribunale di Lecce su richiesta del pm Milto Stefano De Nozza della Direzione distrettuale antimafia. A notificare gli arresti, all’alba di questa mattina, i carabinieri del Ros nelle province di Taranto e Brindisi.

Tra gli indagati ci sarebbero anche due agenti di polizia penitenziaria e un ex maresciallo dei carabinieri. Il presunto sodalizio, che farebbe riferimento al gruppo dei Lucchese, avrebbe operato sul territorio di San Giorgio Jonico (Taranto) e dei comuni limitrofi.

Si tratta di una prosecuzione dell’indagine denominata ‘Taros’, contro il clan di Pulsano (Taranto) guidato da Maurizio Agosta, che nel marzo del 2021 portò a 16 arresti: nel processo con rito abbreviato sono state poi condannate 22 persone con il riconoscimento dell’associazione mafiosa (erano contestati inoltre i reati di traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, detenzione illegale di armi e lo scambio elettorale politico mafioso).

L’attività investigativa è stata supportata dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia già legato alla cosca della ‘ndrangheta ‘Flachi-Trovato-Schettinì operante in Lombardia. Il gruppo Lucchese, che sarebbe stato guidato da un 48enne di San Giorgio Jonico, era dedito – secondo l’accusa – al traffico e allo spaccio di stupefacenti in una vasta area della provincia di Taranto ed esercitava un controllo pressoché monopolistico del mercato illecito della droga.

L’approvvigionamento avveniva attraverso una rete di fornitori attiva anche nelle province di Brindisi e Lecce. «Elementi indicativi della forza infiltrativa del sodalizio e delle capacità di condizionamento esercitata dal gruppo Lucchese sul territorio – si evidenzia in una nota dei carabinieri – emergerebbero dalla rete di relazioni che l’organizzazione era riuscita a costruirsi che coinvolgeva anche appartenenti alle istituzioni, i quali, in vario modo, avrebbero favorito i sodali».

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