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Rinaldo Melucci

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Il sindaco di Taranto revoca le deleghe a 7 assessori su 9 come conseguenza di «una profonda fase di verifica degli equilibri di governo»

TARANTO – Tensioni e turbolenze al comune di Taranto dove il sindaco Rinaldo Melucci (Pd) ha revocato la delega a sette assessori su nove al termine di una verifica politica interna alla maggioranza e alle audizioni di tutti i partiti della coalizione che lo hanno sostenuto alle amministrative del 2022.

Restano in carica, al momento con deleghe immutate, i soli assessori che sono diretta espressione dello stesso sindaco, ossia Fabrizio Manzulli, vicesindaco con delega a Sviluppo Economico e Innovazione, e Mattia Giorno, con delega ai Lavori Pubblici e Mobilità sostenibile.

IL SINDACO DI TARANTO MELUCCI APRE LA VERIFICA E REVOCA LE DELEGHE A 7 ASSESSORI

«Il capo dell’amministrazione comunale ionica – si legge in una nota che annuncia la decisione – ha avviato una fase di profonda rivisitazione degli organismi e degli equilibri di governo. Nelle prossime settimane ci sarà modo di interloquire con i gruppi consiliari per raccogliere utili spunti alla ricostituzione della giunta comunale e degli altri contenitori amministrativi. Nel frattempo, il sindaco ha confermato la volontà di allargare la componente tecnica a garanzia dei dossier e delle scadenze di una certa rilevanza per la città».

Questo, conclude il comunicato, «nella considerazione che la fase delicata e di lavoro intenso, che l’ente civico e la nostra città stanno affrontando, impongano di ripartire da un concreto e convinto spirito di servizio nei confronti della comunità e dei suoi interessi».

Non si esclude il possibile ingresso in maggioranza dei due consiglieri comunali di Italia viva. Peraltro il sindaco Melucci lo scorso mese inviò alla stampa una nota piuttosto critica nei confronti della segretaria del Pd Elly Schlein, sostenendo che il partito «non sembra ancora interessato, purtroppo, a calarsi nella realtà delle città, delle periferie e della provincia italiane, della transizione giusta europea, del ritardo del Mezzogiorno».

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