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MILANO (ITALPRESS) – I racconti attorno al fuoco dei cacciatori raccoglitori, i film, le favole per i bambini, il teatro, i miti, i romanzi, le fiction tv: narrare e ascoltare storie è un’esigenza da sempre presente nell’evoluzione del genere umano e nella crescita del singolo individuo. Attraverso le storie, fin dalla notte dei tempi, si condividono conoscenze, si trasmettono esperienze, si viaggia alla scoperta del mondo e di se stessi. Numerosi studi di psicologia e neuroscienze hanno dimostrato che i racconti aumentano in chi li ascolta l’empatia e la memoria. Chi ama le storie è un uomo più umano e forse il massimo grado di umanità lo raggiunge chi la propria storia la scrive, perchè il saper raccontare richiede introspezione e analisi, un processo che spesso porta a un’elaborazione dei fatti e degli stati d’animo che permette di superarli. Per questo il racconto di sè è ormai riconosciuto come un’attività terapeutica capace di favorire il benessere individuale. Sono questi alcuni dei temi trattati da Allegra Groppelli, nota autrice per tv, cinema e documentari, nonchè scrittrice e ghostwriter, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il potere delle storie è catartico e salvifico, io ho il privilegio e la fortuna di fare un lavoro molto creativo – ha esordito – Lavorando con la creatività sei in balia di tante emozioni, per il lavoro che faccio non posso essere maestra delle mie emozioni. Sono fatta di grandi nostalgie, grandissimi silenzi, il mio è un lavoro solitario in tante cose. Quelle volte che ho avuto tristezze feroci ho messo le mani in tasca e ho trovato una storia da raccontare”. “Scrivere dà benessere, consiglio a tutti di prendere un pezzo di carta e una penna, o una matita un pò sbucciata – ha aggiunto Groppelli – Anche solo il fatto di vedere la propria calligrafia racconta delle emozioni, non serve una particolare capacità, ma solo guardarsi dentro. Ogni tanto in autobus in ognuna delle persone che vedo so che dentro c’è un grande amore da raccontare, un grande dolore, una passione. Queste sono storie che vanno raccontate”.
E sul suo lavoro da ghostwriter: “Consiste nell’affiancarsi a una persona che vuole scrivere un libro e magari non pensa di avere gli strumenti per farlo – ha spiegato – E’ un lavoro fatto di grande fiducia, non sono sempre storie di grandi successi personali, o lo sono e nascondono dietro grandi paure, che vanno anche un pò esorcizzate”.
Allegra Groppelli ha collaborato alla stesura del libro sulla figura di Ennio Doris: “Ci tengo a dire che per quel libro sono stata una mera stenografa – ha precisato – Ho avuto il privilegio di collaborare con Sara Doris e di vivere così la bellezza del ricordo di suo padre. E’stato uno dei lavori più importanti per il mio percorso, mi ha dato ispirazioni enormi. Il più grande orgoglio è vedere come Sara e la famiglia Doris porti avanti il testimone con orgoglio e amore – ha sottolineato – Non tutti gli amori sono visibili, Ennio Doris illumina il loro cammino”.
Infine, sul suo lavoro più recente, ‘Che il mondo ti somiglì: “E’ un romanzo che racconta la storia di Francesco Cirio, il fondatore dell’azienda di conserve ancora oggi esistente. Aveva una storia troppo bella per non essere raccontata – ha ribadito Groppelli – E’ una storia straordinariamente italiana, non va mai dimenticato il valore della patria. Francesco Cirio era un soldino di cacio, nato in un paesino del Piemonte da una famiglia poverissima. Quando suo padre comincia a stare male, lui deve andare a cercare lavoro e parte a piedi e scalzo fino a Torino. Comincia dalla fatica, dal sacrificio, dal dolore, poi quella stessa fatica lo premierà – ha concluso la scrittrice – Nella sua vita incontrerà anche don Giovanni Bosco, che gli dirà ‘l’erba calpestata è poi quella che diventa un sentierò”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

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