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Roma, 23 gen. (askanews) – In Italia a fine 2023 le banche hanno smesso di inasprire i criteri di concessione di prestiti a imprese e famiglie, tendenza innescata dalla manovra di stretta monetaria operata nei mesi scorsi dalla Bce. Ma secondo l’ultima indagine condotta dalla Banca d’Italia, nell’ambito della inchiesta per tutta l’eurozona della Bce (Bank lending survey) per il trimestre in corso gli instituti si attendono un allentamento dei criteri di offerta sui prestiti alle imprese, e invece un irrigidimento per quelli alle famiglie.

Nel quarto trimestre, riporta Bankitalia, i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono rimasti stabili, nonostante la maggiore percezione del rischio. I termini e le condizioni generali sono stati allentati, principalmente attraverso una riduzione dei margini applicati dalle banche sui prestiti meno rischiosi, come conseguenza di una crescente pressione concorrenziale.

I criteri di offerta sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono rimasti invariati, mentre i termini e le condizioni sono stati resi più favorevoli, anche in questo caso per effetto della maggiore pressione concorrenziale. L’unica eccezione è il credito al consumo, su cui le politiche di offerta sono state nel complesso irrigidite.

Nel frattempo, prosegue Bankitalia, la domanda di credito da parte delle imprese è diminuita per il quarto trimestre consecutivo, continuando a riflettere l’aumento del livello dei tassi di interesse, il calo del fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e il maggior ricorso all’autofinanziamento.

La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie si è ridotta, in misura più marcata per quelli finalizzati all’acquisto di abitazioni, in calo da inizio 2022. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti delle imprese aumenterebbe lievemente, mentre resterebbe invariata quella delle famiglie per l’acquisto di abitazioni.

Secondo l’indagine, le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono migliorate in particolare per quanto riguarda i depositi a lungo termine, i titoli di debito e il mercato monetario a brevissimo termine.
Nel trimestre in corso gli intermediari si attendono un ulteriore miglioramento.

Nel 2023 le nuove misure normative e di supervisione avrebbero contribuito a un aumento delle attività ponderate per il rischio. Nell’anno in corso tali misure avrebbero un lieve impatto restrittivo sui criteri di offerta.
Gli intermediari hanno segnalato che nel secondo semestre del 2023 la quota di crediti deteriorati (Npl) e gli altri indicatori della qualità del credito hanno esercitato un impatto lievemente restrittivo sulle politiche di offerta; nel semestre in corso eserciterebbero un effetto accomodante.

Nel secondo semestre del 2023 i criteri di offerta sono stati irrigiditi soprattutto per le imprese operanti nel settore delle costruzioni, dice Bankitalia, delle attività immobiliari e nel comparto manifatturiero ad alta intensità energetica; nel semestre in corso, le banche si attendono un ulteriore irrigidimento in tutti i settori tranne che in quello manifatturiero. La variazione della liquidità in eccesso detenuta dalle banche presso l’Eurosistema non avrebbe esercitato alcun effetto sulle politiche di offerta e sui volumi di credito nel primo semestre del 2023; tali effetti sarebbero contenuti anche nel semestre in corso.

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