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Roma, 23 gen. (askanews) – La stretta monetaria effettuata dalla Bce sta continuando a scaricarsi sulla dinamica del credito. Sul finale del 2023 c’è stato un ulteriore seppur moderato inasprimento dei criteri di concessione di prestiti da parte delle banche nell’area euro, che peraltro prevedono di stringere ancora i rubinetti nel primo trimestre di quest’anno.

Nel frattempo, la domanda di prestiti di imprese e famiglie ha continuato a calare energicamente, seppure smorzando in qualche misura la flessione rispetto al trimestre precedente. Imn generale, poi, l’inasprimento monetario risulta più pronunciato su immobiliare e costruzioni rispetto ad altri settori. Questa la fotografia scattata dall’ultima indagine trimestrale sul credito bancario nell’area euro condotta dalla stessa Bce.

L’inchiesta è stata effettuata tra l’8 dicembre e il 2 gennaio coinvolgendo 157 banche, dalle quali è giunto un tasso di risposta pieno. Riporta una quota netta del 4% di banche che hanno riferito ulteriori inasprimenti ai criteri per la concessione di prestiti alle imprese. Sul credito alle famiglie la quota netta di banche che ha riportato inasprimenti è stata del 2% sui sui mutui e dell’11% sul credito al consumo.

Nei mesi passati la Bce ha alzato i tassi di interesse di 450 punti base complessivi e contestualmente ha effettuato diverse operazioni per ridurre drasticamente le le liquidità in eccesso nel sistema. Questa settimana, mercoledì e giovedì, tornerà riunirsi il Consiglio direttivo ma non sono attese ulteriori mosse da parte dell’istituzione. Analisti e mercati piuttosto si interrogano sul quando, più avanti nell’anno, la Bce inizierà a ritoccare al ribasso i tassi.

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