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BRIENZA – Una madre coraggio. Gabriela Gemanaru, 37 anni, con la forza che solo una madre può avere quando in ballo c’è la vita dei propri figli, ha sfidato le fiamme per salvare i suoi piccoli: un bimbo di 7 mesi e l’altro di 2 anni.
Sono circa le 12. 30. La donna, infermiera, con i suoi due piccoli – la figlia più grande è a scuola – si trova nella sua abitazione di via Olmo, in pieno centro storico a Brienza. Un piccolo ma dignitoso appartamento che i datori di lavoro del marito della donna – Nikusor, 33 anni che lavora appunto nell’azienda agricola della famiglia Salvatore – hanno messo a disposizione di questa famiglia di 5 persone che da una decina d’anni vive nel comune burgentino. Al piano terra un piccolo soggiorno con camino e un cucinino. Al piano di sopra una camera da letto e un bagno.
Il bimbo di 2 anni è nel suo lettino e sta dormendo mentre Gabriela, con in braccio il piccolo di 7 mesi, è intenta a risistemare la stanza. All’improvviso quell’odore acre di bruciato che da piano di sotto arriva nella stanza da letto. E’ un attimo. La donna con in braccio il piccolo scende le scale e davanti a sé trova fiamme e fumo. Non esita un secondo: attraversa il fuoco – forse una scintilla del caminetto acceso ha colpito il divano e così è divampato l’incendio – e si dirige verso la porta di ingresso. Il tragitto è breve ma le fiamme sono già alte e avvolgono il bimbo. Gabriela lo protegge con il suo corpo. Arriva alla porta, la apre e si butta in strada dove ci sono già dei vicini accorsi sul posto appena hanno avvertito l’odore di bruciato. A uno di loro affida il piccolo di 7 mesi.
Al piano di sopra, però, c’è ancora l’altro suo bambino. Gabriela rientra nell’abitazione. Le fiamme sono sempre più alte. Risale le scale. Entra nella camera da letto. Prende in braccio l’altro figlio e tenta di ridiscendere. Ma il fuoco e il fumo sono ormai un muro invalicabile. Lei, però, da quell’abitazione deve uscire, costi quel che costi. La finestra al piano di sopra è l’unica via di fuga che può utilizzare. La apre e non mollando per un secondo l’altro bimbo che continua a tenere stretto al suo petto scavalca – tra lei e l’asfalto c’è circa un metro di altezza – e cade al suolo.
A soccorrerla un’altra vicina di casa, Maria Lovito di 22 anni, che prende in braccio il bambino e aiuta la donna a rialzarsi da terra. Nel frattempo qualcuno ha già lanciato l’allarme e in via Olmo sono già arrivati i Carabinieri, i Vigili del Fuoco e alcuni agenti del Corpo forestale dello Stato. Nel frattempo è stato chiamato anche il 118 anche se i due bimbi sono già stati portati nell’ambulatorio della pediatra che li ha in cura. Il bimbo di 7 mesi ha circa il 40 per cento del corpo ustionato – le parti più colpite il torace e un braccio – mentre il fratello è rimasto intossicato. Ha inalato parecchio fumo. Il personale del “Basilicata soccorso” – dopo le prime cure della pediatra – prende i due bimbi e li trasporta immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale San Carlo di Potenza. I due piccoli vengono subito ricoverati nel reparto di Chirurgia d’urgenza. Le condizioni sono serie: il bimbo di 7 mesi, dopo essere stato stabilizzato, è stato trasferito al Centro grandi ustionati dell’ospedale Santobono di Napoli.
Quello di due anni presenta sintomi di intossicamento da monossido di carbonio ma non è in pericolo di vita.
A Brienza, intanto, in via Olmo davanti all’abitazione – nel frattempo i Vigili del fuoco hanno provveduto a spegnere l’incendio – con il passare dei minuti, si è andata raccogliendo una folla di amici e parenti.
Perché quella famiglia rumena «come le altre che vivono nella nostra comunità – ha raccontato il sindaco di Brienza Pasquale Scelzo – è pienamente integrata e benvoluta da tutti e noi li consideriamo burgentini». I tre bambini, poi, «sono proprio nati in Basilicata».
Quando «prima Nikusor e poi la moglie sono arrivati da noi – ha proseguito il primo cittadino – si sono subito fatti volere bene da tutti».
Nikusor «ha trovato subito lavoro in un’azienda agricola del posto».
Poi è stato raggiunto dalla moglie «che è infermiera e che per un po’ ha lavorato in una casa di cura per anziani». E la famiglia si «è allargata. Prima è nata la bambina che per fortuna si trovava a scuola quando è divampato l’incendio. Poi sono nati gli altri due figli».
La scena che si è presentata agli occhi dei soccorritori e del sindaco «è stata terribile e straziante nello stesso tempo perché se Gabriela non si fosse accorta subito del fumo – ha raccontato ancora il sindaco Scelzo che di professione è medico – potevano morire tutti nel rogo».
In quel piccolo appartamento «non è rimasto più nulla – ha aggiunto – tutto è andato distrutto dalle fiamme». L’unica cosa che si è salvata «un paio di scarpette di uno dei bimbi – dice con tono provato il sindaco – che uno dei Vigili del fuoco mi ha consegnato».
E immediatamente in paese «ci si è attivati per aiutare per questa famiglia che ha perso tutto». A cominciare dall’abitazione che è inagibile.
Il sindaco Pasquale Scelzo aveva già deciso di mettere a disposizione un appartamento di sua proprietà ma i datori di lavoro di Nikusor gli hanno comunicato che ospiteranno loro la famiglia.
Una comunità, quella burgentina, da prendere a esempio.

Alessia Giammaria

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