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POLLINO – E’ da anni al centro di polemiche. La sua riconversione è stata oggetto di manifestazioni, interrogazioni, ma soprattutto ha contrapposto cittadini e comuni tra i fautori del sì e quelli che non vogliono sentir parlare di un suo possibile riavvio. Negli ultimi mesi il “tema” della centrale del Mercure è tornato di stringente attualità con la polemica a distanza tra il Comitato del sì e chi, invece ,come i sindaci di Rotonda e Viggianello e le associazioni ambientaliste, vedono più a uno sviluppo legato alle bellezze del territorio. A sostenere la battaglia della fronda del no c’è anche Libera Basilicata e di Calabria che, attraverso una nota, ha spiegato le ragioni per le quali la centrale del Mercure deve restare chiusa. “Esprimiamo la nostra forte preoccupazione e contrarietà verso una scelta che lederebbe la salubrità e la biodiversità del Parco Nazionale del Pollino, e la salute e la vita democratica dei cittadini». E aggiungono che “sull’ipotesi di riapertura della Centrale Enel all’interno dell’area del Parco Nazionale del Pollino».
«L’ambiente – sottolinea Libera – è un bene da tutelare e preservare come la salute dei cittadini; riteniamo perciò che la riapertura della Centrale a Biomasse dell’Enel possa determinare una situazione a rischio per gli abitanti della Valle del Mercure. Già in precedenza, nei comuni di Viaggianello e Rotonda sono stati denunciati danni alla salute dei cittadini e gravi ripercussioni ambientali e alle coltivazioni circostanti. Ancora oggi, nonostante le richieste da parte dei Vertici internazionali dell’International Society of Doctors for Environment (Isde) e del Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Potenza, non si ha disponibile una Valutazione di Impatto sulla Salute (Vis). A ciò si aggiunge la mancata bonifica – disposta da circa dieci anni dalla Procura di Castrovillari – da parte di Enel, dell’area della centrale, a causa dell’interramento illegale di materiali tossici e cancerogeni».
«Come – aggiungono i rappresentanti calabresi e lucani di Libera – ci preoccupano le intimidazioni e i segnali “negativi” nei confronti di chi in questi anni si oppone alla riapertura della Centrale. Infine, ma non certo da ultimo, segnaliamo con forza e preoccupazione il pericolo, denunciato anche di recente dagli organi di informazione nazionali e locali, delle possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata. Pertanto Libera Calabria e Libera Basilicata sono vicine e solidali alla battaglia che sta conducendo il Forum “Stefano Gioia” delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la tutela della Legalità e del Territorio».
Fin qui Libera. Pensiero, ripetiamo, condiviso soprattutto dai sindaci di Viggianello e Rotonda. C’è poi la fronda del sì che in una nota spiega come l’argomento stia “assumendo contorni davvero assurdi e ridicoli». Il riferimento è all’interrogazione presentata dal parlamentare europeo Pedicini e altri suoi colleghi. «Se Pedicini conoscessero davvero le vicende della centrale Enel e non fossero stati imboccati da pochi finti ambientalisti che abitano la Valle saprebbero che la maggior parte dei comuni della Valle (sette su nove) vogliono la riattivazione dell’impianto. Saprebbero anche che già vi sono state due interrogazioni europee riguardanti la centrale del Mercure. Tutte rispedite al mittente. La commissione europea interessata ha infatti stabilito che la centrale rispettava la normativa europea«.
«Calabria e Basilicata – conclude la nota del Comitato per il sì – sono ai primi posti per disoccupazione giovanile e non. Stendiamo un velo pietoso sul discorso infiltrazioni. Pensiamo che prima di guardare all’esterno, chi ha diffuso la notizia, dovrebbe guardare in casa di localmente si oppone al progetto. Questo comitato è composto da gente onesta, lavoratori e padri di famglia oltre che amministratori e cittadini favorevoli alla riattivazione di una centrale che ogni qualvolta ha ripreso a funzionare si è rivelata un’enorme opportunità per questo territorio».

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