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L’amministrazione comunale di Cosenza ha lasciato ai titolari dei negozi la decisione sulla festività di sabato.
Dall’ordinanza sindacale emerge che per Cosenza siano 6 le chiusure obbligatorie: l’1 gennaio, Domenica di Pasqua, Lunedì dell’Angelo, il 1° maggio, 25 e 26 dicembre. Tra queste non c’è, quindi, la Festa del Pilerio.
«Siamo stati aperti per l’Immacolata, per la vigilia di Natale e di Capodanno. Ora anche per la Madonna del Pilerio. Basta – dicono le commesse – siamo lavoratori come tutti glia altri, abbiamo diritto a qualche giorno festivo libero dal lavoro da passare con la famiglia». Inutile, per questa categoria di lavoratori atipici e non protetti, parlare di sindacato: «Non sappiamo cos’è il sindacato, non possiamo rivolgerci a un sindacato, perché saremmo immediatamente licenziate».
Da una parte dunque, il malcontento delle commesse dei negozi del centro, e dall’altra arriva anche la polemica sollevata dal Pdl, in particolare dai dirigenti regionali Nicola Abele e Roberto Tosti: «La decisione del Comune di Cosenza di consentire l’apertura perla Madonna del Pilerio offende la comunità religiosa e viola un principio che viene attuato in ogni città italiana, per il quale la festa patronale assume un significato profondo anche per i non credenti e per i laici ed è simbolo di attesa e di riposo». «Abbiamo profondo rispetto per i commercianti ma non crediamo che sia determinante – prosegue la nota- pur tra le le difficoltà che essi vivono, lavorare in un giorno che rappresenta per tutti una festa.Il ripetto dei valori delle comunità e quella cattolica rappresenta una grande maggioranza, e di tradizioni consolidate non può essere sacrificato secondo una logica errata e sbagliata Non rispettare il giorno di pausa e di festa del santo patronale-continuano i dirigenti del Pdl- così come fanno città turistiche e prestigiose come Roma, Milano, Firenze, Napoli significa ridurre tutto a una questione puramente commerciale: si tratta di unan visione che mortifica i cattolici e non aiuta, di certo, il commercioin crisi che avrebbe bisogno di ben altre scelte».

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