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Roma, 6 mag. (askanews) – Non è piaciuto e in tanti si sono interrogati sul perché alla cerimonia di consegna dei David di Donatello 2024 le categorie di scenografi, arredatori, costumisti, autori della fotografia, montatori, tecnici del suono, effetti visivi, truccatori e acconciatori siano stati premiati in uno studio “separato”, dove, tra l’altro, gli applausi e il calore del pubblico presente non arrivava. E queste categorie hanno voluto mettere per iscritto quanto segue in una nota congiunta diffusa il 5 maggio:

“Le categorie rappresentate dalle nostre Associazioni di categoria si dicono rammaricate all’indomani della cerimonia di premiazione della 69esima edizione dei David di Donatello. Quella che sarebbe dovuta essere come sempre una festa per tutto il mondo del cinema, trasmessa in diretta su Rai1 dal glorioso Teatro 5 di Cinecittà, è stata infatti compromessa dall’infausta decisione di premiare le categorie cosiddette ‘tecniche’ nel Teatro 14 e nel Teatro 18”.

“Ci siamo sempre sentiti supportati e valorizzati dall’Accademia del Cinema Italiano, attenta come è stata a venire incontro alle specificità delle nostre professioni, tra le più premiate a livello internazionale anche grazie all’impegno costantemente profuso dai David per far conoscere le nostre competenze in Italia e all’estero”, si legge nella nota congiunta dei presidenti delle associazioni di scenografi, arredatori, costumisti, autori della fotografia, montatori, tecnici del suono, effetti visivi, truccatori e acconciatori.

“Per questo – continuano – è stato mortificante vedere professioniste e professionisti del dietro le quinte relegati in spazi disadorni, senza il calore degli applausi e del pubblico, impossibilitati a festeggiare insieme al resto delle troupe i successi di film che hanno rappresentato il fiore all’occhiello della produzione cinematografica italiana dello scorso anno, riportando in sala il pubblico, appassionando la critica, emozionando gli spettatori. Quest’anno, con così poche luci accese sui set, con progetti fermi da mesi e una crisi del comparto che si prospetta tragicamente epocale, festeggiare tutte e tutti insieme sarebbe stata una piccola ma necessaria consolazione per le tante e tanti che vivono in questi giorni momenti di sconforto e di difficoltà”.

Secondo le associazioni di categoria “è stato avvilente che, a prescindere dalle intenzioni dell’organizzazione, la resa televisiva abbia implicato che le assegnazioni delle statuette a scenografi, arredatori, costumisti, truccatori e acconciatori, autori della fotografia, montatori, supervisori vfx e suono, siano state separate da quelle ad attori e attrici, registi e produttori, sceneggiatrici e sceneggiatori, musicisti e compositori, come se non ci fosse un contributo sostanziale di ognuno di noi alle immagini che scorrono sul grande schermo”.

“Il rammarico – concludono i presidenti delle associazioni – si fa ancora più cocente alla luce di quelle nuove generazioni, così importanti anche per l’Accademia del Cinema Italiano: giovani che si affacciano con entusiasmo a questi nostri mestieri, considerati un’eccellenza a livello mondiale, e che hanno visto invece svilire così durante un momento così importante per tutto il settore. Non possiamo, quindi, che fare appello a ché questa modalità non abbia seguito negli anni a venire”.

La nota congiunta è firmata da Carlo Poggioli, presidente di ASC (Associazione Italiana Scenografi Costumisti e Arredatori), Roberto Perpignani, presidente FIDAC (Federazione italiana delle Associazioni Cineaudiovisive), Luciano Tovoli, presidente di AIC (Associazione Italiana Cinematografia), Paolo Carnera, presidente CCS (Collettivo ChiaroScuro), Natalie Cristiani, presidente di AMC (Associazione Montaggio Cinematografico e Televisivo), Alberto Amato, presidente di AITS (Associazione Italiana Tecnici del Suono), Diego Viezzoli, presidente di AVFX (Associazione Effetti Visivi), Maurizio Nardi, presidente di ANTEPAC (Associazione Nazionale Truccatori e Parrucchieri), sostenuta anche da ACMF (Associazione Compositori Musica da Film) e sottoscritta anche dal direttivo di AITR (Associazione Italiana Tecnici di Ripresa).

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