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di PARIDE LEPORACE

I GIORNALI cinesi ieri davano la notizia che Pechino ha deciso di estendere all’intero paese nei prossimi cinque anni la tassa sulle estrazioni di petrolio, gas e carbone che già vige nel distretto petrolifero dello Xinyang. Si allarga una norma risarcitoria che vige come compenso alle popolazioni che forniscono energie. I giornali lucani nelle ultime ore annunciano la prossima istituzione di un tavolo tra Regione Basilicata e governo Berlusconi per un piano straordinario di occupazione e infrastrutture che vada a beneficio dei lucani. E’ stato riconosciuto un ruolo “servente” della Basilicata. Tralasciando il brutto aggettivo adoperato dal linguaggio ministeriale la sostanza è molto significativa. E già da tempo avevamo sottolineato che la giunta regionale di centrosinistra e il governo centrale su questo terreno hanno deciso di lavorare insieme per il bene comune. Guido Viceconte, pur essendo sottosegretario all’Istruzione, si occupa con ostinazione di petrolio, convinto che lo sfruttamento dei giacimenti lucani sarà la chiave di volta della Basilicata nel secolo che stiamo vivendo. Si è battuto per la card sullo sconto della benzina, e assicura che già nel giro di due decenni, con l’aumento dello sfruttamento della risorsa, aumenterà molto il risparmio delle uscite delle famiglie lucane. Questa battaglia è stata combattuta in solitudine e avversata da tutti perché considerata minimale sui ristori. Si avvertiva molto la richiesta di uno scatto che in queste ore stiamo certificando. Ha molto lavorato all’intesa istituzionale il consigliere regionale Nicola Pagliuca che si è impegnato a far cadere molti pregiudizi che il leader del centrodestra lucano, Guido Viceconte, nutriva nei confronti del presidente Vito De Filippo (in foto). E i contatti che ormai vanno avanti da tempo troveranno un avvio nell’intesa istituzionale di febbraio, poche settimane dopo, potrà essere finalmente inaugurato l’Osservatorio ambientale in Val D’Agri che prevede un taglio di nastro bipartisan. Contestualmente in quei giorni si sta predisponendo una conferenza nazionale su “Petrolio e ambiente” che prevede la partecipazione di autorevoli esponenti della scena petrolifera nazionale e non mancano boatos che annunciano anche la presenza del gran visir dell’Eni, Paolo Scaroni. Siamo in presenza di una mossa decisiva. Destra e sinistra lucana ai massimi vertici istituzionali hanno finalmente compreso che l’imperativo categorico è quello di sfruttare al massimo l’oro nero lucano per costruire un modello di sviluppo che annienti la morta gora della crisi imperante. Comprendiamo le perplessità tattiche del senatore Digilio sul patto delle trivelle, ma questo dialogo deve essere permanente. Non si tratta di un inciucio. Non è una combine. Soprattutto il centrodestra lucano, ridotto da tempo ad una riserva indiana che perde ogni test elettorale, ha bisogno di credenziali nuove e autorevoli per poter partecipare all’alternanza democratica del bipolarismo lucano. Che non ci sia trucco lo ha ribadito al nostro giornale Vincenzo Viti, capogruppo del Pd, che in un’intervista al nostro Santoro ha invitato a non scambiare il corretto sentimento cooperativo tra maggioranza e minoranza per «bassa macelleria della politica». Viti e quindi il Pd affermano a chiare lettere «questa regione non si salverà se non si raggiungerà un’intesa sulle questioni essenziali sulle quali è necessario raggiungere il massimo dell’unità possibile». Viti nell’intervista e nella nota aggiuntiva che oggi ci propone (ne siamo ben lieti di ospitarlo considerato che la nostra vetrina in passato è stato molto utile a farlo ritornare nella giusta auge e aura che gli spetta) ha, con verbo doroteo, toccato molti punti nodali. Tralascio gli Apodi da refuso e spero che il colto Viti non mi consideri stupido Ottentotto nel reclamare scoperte delle virtù e delle qualità di De Filippo e imponendo rispetto per l’intelligenza e libertà di Vincenzo Folino. Se il presidente del Consiglio regionale ha scelto di immergersi nell’attività istituzionale eguagliandosi a Luongo, Antezza e Bubbico non saremo noi a farne una colpa ma la ritirata prima o poi andrà spiegata. Il Concilio del Giubileo non sarà né una Sala della Pallacorda né purtroppo una Costituente. E’ solo un’altra ripartenza diventata necessaria per il fiato corto della giunta regionale e del Pd fiaccato dalla critica incisiva dell’opinione pubblica che modestamente anche noi alimentiamo. Caro Vincenzo non siamo luddisti da tempo, ma esercitiamo una ragionevole critica non alla ragione pura del governatore, ma alla cronica deficienza dell’esercizio di potere. Roberto Speranza è un bravo moroteo democratico. Ed ha compreso che non si può stare con il bilancino ad ammortizzare le guerre interne del Palazzo e dei suoi cortigiani. Vito De Filippo ha il compito di essere decisionista e di non distrarsi mostrando quelle capacità da leader che spesso ha saputo esercitare come compete ad un Principe moderno. La Questione morale in Basilicata, a mio modo di vedere, è piccola cosa. Si tratta di operare sul simbolico in modo molto netto. L’assolutismo di potere ha prodotto delle tare fastidiose e che alienano la speranze dei giovani. Si tratta di essere opportuni. Evitando che i propri parenti beneficino di posti pubblici. Costruendo una trasparenza reale del pubblico che impedisca di annunciare la nascita di una fabbrica senza spiegare chi la apre e per quali motivi e con quali obiettivi. Dove le regole siano chiare e non berlusconiane. Ed è abbastanza ridicolo che i guardiani così zelanti dei cast cinematografici che si vorrebbero far arrivare in Basilicata siano tanto distratti su questioni così decisive. L’opposizione regionale che collabora sui grandi temi ha deciso di passare ad una rigorosa attenzione della vicenda etica. A mio parere l’istituzione di una commissione d’inchiesta assume una dimensione farsesca per l’ampio cono di tempo che vuole indagare. Mi ricorda quella parlamentare sulle stragi che ha prodotto solo voluminose pubblicazioni editoriali. Basta esercitare un rigoroso quotidiano controllo sugli atti come mostrano di saper fare consiglieri di diversa estrazione come Gianni Rosa, Franco Mattia e Alessandro Singetta. Il Pd di Viti purtroppo sul tema si crogiola in un silenzio-assenso che logora anche chi il potere c’è l’ha. A peggiorare la vicenda si ci mette la deriva giustizialista della sinistra che oggi non solo propone la commissione, ma la vuole persino presieduta da un magistrato. Il centrodestra ha difficoltà notevoli a trovare la via della rinascita. Le vicende amministrative di Pisticci e Policoro (quest’ultima con pesanti cadute dell’agibilità democratica) sono l’ennesima spia di una difficoltà di gestione. Sarà necessaria una grande spinta innovativa per plasmare modelli efficienti e alternativi. A Policoro si è deciso di allargare la maggioranza di centrodestra all’Api. Un film già visto. Ma Vilma Mazzocco in questo gioco delle tre carte deve continuare a restare in giunta? O il doroteismo di Viti ha parole buone anche per questa politica “da Franza o Spagna purché se magna”. Comunque lo ribadiamo, l’intesa istituzionale tra Vito De Filippo e Guido Viceconte per la costruzione di una redditività diffusa lucana del petrolio è la prima buona notizia politica del 2011.

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