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Sono finiti in manette Cesare Gualtieri, 42 anni, e il figlio Emilio, di 19 perchè ritenuti responsabili dei reati di tentata estorsione e lesioni personali ai danni di un noto imprenditore del luogo. L’operazione dei Carabinieri è scattata dopo che il Tribunale di Lamezia Terme, accogliendo la richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei due, appartenenti, secondo quanto reso noto, ad una famiglia della quale diversi membri sono indiziati di reati di mafia o sono rimaste vittime di attentati nell’ambito dei contrasti tra le cosche di Lamezia Terme per il controllo del territorio.
Padre e figlio, in concorso tra loro, avrebbero compiuto mediante violenza e minacce, atti diretti a costringere un noto imprenditore titolare di numerosi negozi di abbigliamento griffato della città, ad accettare un numero imprecisato di scarpe di marca in cambio di denaro, pur in assenza di scontrino fiscale.
La violenza, secondo quanto reso noto, è consistita nel fatto che l’imprenditore, in due occasioni, intimorito dall’appartenenza di Emilio Gualtieri ad una famiglia mafiosa, aveva accettato il cambio con denaro di due paia di scarpe senza che il ragazzo presentasse lo scontrino fiscale, mentre ad una terza richiesta aveva opposto il suo rifiuto.
Come conseguenza, pochi giorni dopo, il padre Cesare Gualtieri , mentre era in compagnia del figlio, nell’incrociare il negoziante, diede prima un calcio allo sportello della sua auto per poi sferrare un pugno al volto della vittima accompagnando il gesto con minacce di morte. L’imprenditore, visibilmente scosso ed intimorito, raccontò l’episodio ad una pattuglia dei Carabinieri in transito nella zona, facendo scattare le indagini. Il Gip di Lamezia Terme, riconoscendo i gravi indizi di colpevolezza e ritenendo sussistere le esigenze cautelari in capo ai due, ritenuti pericolosi in ragione dei numerosi precedenti a loro carico (Cesare è sorvegliato speciale mentre Emilio è avvisato orale) ha emesso la misura cautela della custodia in carcere per il padre e degli arresti domiciliari per il figlio. Il provvedimento è giunto a tre settimane dal reato.

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