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NAPOLI (ITALPRESS) – Un tripudio di bandiere azzurre, una gioia impossibile da contenere e anche un caso di cronaca nera, la cui matrice è ancora tutta da decifrare, ma che risulterebbe completamente scollegato dai festeggiamenti in corso d’opera in città: questo il resoconto breve della lunga notte di Napoli per celebrare la vittoria del terzo scudetto della storia azzurra. Solo le prime luci dell’alba hanno iniziato a far disperdere la folla che si è data appuntamento in tutti i quartieri della città. A partire da Fuorigrotta, con lo stadio andato sold out anche solo per ospitare la diretta video di Udinese-Napoli, fino a Piazza del Plebiscito, epicentro ormai consolidato quando si tratta di celebrare un trionfo della squadra partenopea. Ma dalla Sanità ai Quartieri Spagnoli, da Forcella al centro storico, dal Vomero al lungomare e a Mergellina, ogni strada è stata invasa da una marea festante che sventolava vessilli, intonava cori, accendeva bengala a volte rossi e a volte azzurri, mentre si susseguivano un pò dappertutto spettacoli pirotecnici capaci di sorprendere anche i tanti turisti stranieri trovatisi a vivere un’esperienza irripetibile. Ha funzionato quasi tutto bene: il presidio delle forze dell’ordine, i punti di assistenza medica e perfino il piano traffico con la sua vasta zona rossa che ha convinto praticamente chiunque a lasciare a casa i propri mezzi di trasporto per spostarsi a piedi. “Una prova di maturità da parte dei napoletani” ha detto orgoglioso il sindaco, Gaetano Manfredi, in un punto stampa organizzato mentre cominciava la fase più calda della festa. Eppure, nonostante questo, c’è anche del sangue sulla notte magica partenopea: a piazza Volturno, non lontano dalla Stazione Centrale, qualcuno ha sparato colpi d’arma da fuoco sulla folla. A pagare il prezzo più alto è Vincenzo Costanzo, 26enne di Ponticelli già noto alle forze dell’ordine, che è stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso del Cardarelli ma è morto in ospedale a causa delle ferite riportate. Una morte però “assolutamente slegata rispetto ai festeggiamenti”, ha precisato il prefetto di Napoli, Claudio Palomba. Indagano i carabinieri per ricostruire la dinamica del fatto che secondo fonti interne all’Arma sarebbe connesso al ferimento di altri tre giovani, una ragazza 26enne di Portici e due ragazzi (24 e 20 anni) sempre di Ponticelli: fortunatamente, in questi casi, i colpi esplosi non hanno raggiunto organi vitali e per i tre ci sono solo pochi giorni di prognosi prima della guarigione. Il bilancio dei feriti (ancora provvisorio) a Napoli sale a 5 per via di due episodi identici ma separati avvenuti a San Carlo all’Arena e Crispano: un 49enne e un 19enne sono rimasti coinvolti nello scoppio di un petardo, entrambi sono stati ricoverati al Vecchio Pellegrini e medicati alla mano. Da Udine arrivano notizie invece di qualche tafferuglio tra sostenitori friulani e partenopei nel dopo partita della Dacia Arena: nel complesso si conterebbero 15 feriti (nessuno in gravi condizioni), ma, fa sapere il prefetto Massimo Marchesiello, per tutti i traumi sarebbero stati riportati non in conseguenza agli scontri tra tifoserie ma in seguito a cadute provocate dalla calca.
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(ITALPRESS).

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