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Roma, 8 apr. (askanews) – Posizioni lontane, in cui il contrasto economico si fa politico, quelle tra gli Stati uniti e la Cina, come emerse dai colloqui che in questi giorni sta tenendo la segretaria al Tesoro Usa Janet Yellen, in visita nella Repubblica popolare.

Secondo il resoconto fornito dall’agenzia stampa ufficiale Xinhua, nell’atteso incontro con il primo ministro cinese Li Qiang, la segretaria al Tesoro – considerata l’esponente dell’amministrazione Biden più dialogante con Pechino – ha espresso tutta la preoccupazione di Washington rispetto alla sovra-capacità industriale della Cina, segnalando che le esportazioni cinesi eccessive, in particolare di veicoli elettrici e moduli solari, potrebbero compromettere gli interessi americani e portare a “ricadute globali”.

“Essendo le due maggiori economie del mondo, abbiamo il dovere verso i nostri paesi e il mondo di gestire responsabilmente la nostra complessa relazione e di cooperare e mostrare leadership nell’affrontare sfide globali urgenti”, ha detto Yellen prima dell’incontro a Pechino con Li, secondo il dipartimento al Tesoro.

“Siamo ancora lontani dall’aver fatto tutto, ma credo che, nell’ultimo anno, abbiamo messo – ha aggiunto la segretaria – la nostra relazione bilaterale su basi più stabili. Questo non signfiica ignorare le nostre differenze o evitare conversazioni difficili. Significa comprendere che possiamo fare progressi solo se comunichiamo direttamente e apertamente l’uno con l’altro”.

Li Qiang, dal canto suo, nell’incontro ha esortato Wasshington a non politicizzare le questioni economiche, ma ad assumere un approccio economico sulla capacità industriale: “Gli Stati uniti dovrebbero guardare alla questione della capacità industriale in modo oggettivo e dialettico dal punto di vista dell’economia di mercato e da una prospettiva globale, e sulla base delle leggi economiche”.

Secondo il primo ministro cinese, “lo sviluppo dell’industria cinese della nuova energia darà un importante contributo alla trasformazione verde e a basso tenore di carbonio a livello globale”. Per questo, ha chiesto che “gli Usa lavorino con la Cina per aderire alle norme fondamentali dell’economia di mercato, di concorrenza leale e cooperazione aperta, evitando di politicizzare le questioni economiche e commerciali o di esagerare il concetto di sicurezza nazionale”.

E’ il secondo viaggi in Cina da luglio scorso. E’ iniziato alcuni giorni dopo una telefonata tra il presidente Usa Joe Biden e il presidente cinese Xi Jinping, che ha avuto l’obiettivo di riaprire un canale di dialogo tra Washington e Pechino. In quell’occasione Xi ha avvertito che le crescenti restrizioni americane alle merci e alle tecnologie cinesi pone “rischi”. Li ha ribadito a Yellen che la Cina “spera che i due paesi possano essere partner, non avverasari”.

L’incontro è avvenuto a Pechino dopo due giorni di colloqui tra Yellen e il vicepremier cinese He Lifeng nel polo industriale meridionale di Guangzhou, dove hanno discusso questioni relative alla sovra-capacità e concordato di tenere “scambi intensivi” per affrontare sfide economiche e finanziarie.

La straordinaria capacità di esportazione della Cina in settori come le auto elettriche e i pannelli solari ha suscitato inquietudine negli Usa e nell’Unione europea, che temono di vedere le industria interne messe fuori mercato. L’Ue ha avviato un’indagine anti-sussidi sui veicoli elettrici, molto criticata da Pechino, che si è aggiunta alla politica delle restrizioni tenuta in piedi da Washington.

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