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di CARMINE CANINO
La crisi finanziaria, che ha stravolto i mercati internazionali, e le inevitabili conseguenze anche sull’economia italiana ci stanno facendo riflettere, con estrema attenzione, su quello che dovrebbe essere il ruolo dei Governi nazionali ed europei nella gestione di tali eventi. I maggiori economisti hanno descritto la crisi come un portato inevitabile del capitalismo avanzato e come fenomeno ciclico dell’economia di mercato. La lettura degli eventi da parte degli esperti non da conto, tuttavia, delle difficoltà che affrontano tutti i giorni imprese e lavoratori e delle condizioni degli uomini e delle donne che stanno dietro le fredde statistiche. È essenziale, prima di ogni ricetta di cura, che vengano ribaltati alcuni punti di vista. L’attività economica è strumento degli uomini e non fine ultimo della vita umana. Di pari modo la finanza è strumento per l’economia reale e al servizio di questa. Ciò significa, in altri termini, che occorre portare l’uomo e la funzione sociale dell’impresa al centro dell’attenzione politica nazionale e internazionale. L’Udeur, forte delle tradizioni cristiano sociali della sua storia, ha sempre avuto tale visione del mondo produttivo e oggi rivendica e rilancia con forza tale concezione dell’essere umano e del lavoro. La struttura dell’economia italiana, caratterizzata da imprese di dimensioni medio-piccole e spesso sottocapitalizzate, da un sistema del credito ancora legato a leggi bancarie varate durante il periodo del fascismo – solo per citare alcune delle tante anomalie – non lascia ben sperare per il futuro del nostro Paese. In effetti, il nostro Paese è gia in crisi da diversi anni e il segnale più evidente è la perdita di potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni . È sotto gli occhi di tutti che l’inflazione reale è di gran lunga superiore a quella dichiarata dagli istituti di statistica. Da anni stiamo assistendo a un aumento vertiginoso dei prezzi degli immobili e delle locazioni che è completamente avulso dal potere d’acquisto delle classi medie. L’Udeur non vuole cadere nella tentazione delle politiche economiche che chiedono solo una redistribuzione della risorse. Crede, invece, fermamente, che la via virtuosa per lo sviluppo e per la risoluzione delle tensioni sociali sia la creazione di nuova ricchezza. Occorrono, quindi, riforme strutturali coraggiose che offrano fiducia e nuove opportunità a vecchi e nuovi imprenditori. Occorre che si realizzi, in concreto, quella uguaglianza sostanziale, già individuata da una grande statista liberale quale Luigi Einaudi, il quale affermava che la via per lo sviluppo sta nella meritocrazia e nelle pari opportunità nei punti di partenza. L’attuazione pratica di ciò passa anche per una riforma del sistema creditizio e dell’intervento dello Stato in economia. È finito il tempo delle partecipazioni statali ma deve ancora iniziare il tempo dello Stato regolatore della concorrenza e dello Stato Garante del mercato. Il sistema bancario deve premiare il merito, l’innovazione, la creatività e lo Stato deve, attivamente, senza pastoie burocratiche, garantire le banche a fronte delle risorse finanziarie che metteranno a disposizione degli imprenditori sani e innovativi. In un mondo dall’economia globalizzata e interconnessa non possiamo pensare di competere attraverso la variabile costo del lavoro; tuttavia dobbiamo scoraggiare le pratiche di dumping sociale e mettere freno alle importazioni da parte di quei Paesi che sfruttano la manodopera. Ma la vera leva della competitività è la ricerca e l’innovazione tecnologica che va incentivata e sostenuta dai governi europei. Su questi argomenti occorre sviluppare progetti di ampia durata e di largo respiro che partano dei centri di ricerca più importanti: le Università. Anche qui occorre cambiare visione: da centri di spesa a centri di investimenti in eccellenza; da luoghi di formazione teorica ad incubatori di imprese. Il nostro Paese deve diventare attrattivo per gli investimenti esteri. Per fare ciò non bastano le agevolazioni a fondo perduto o gli incentivi fiscali. Occorre, invece, snellimento delle procedure burocratiche, certezza nei tempi di ottenimento di licenze e concessioni, giustizia amministrativa e civile in tempi rapidi e certi. A tutto ciò si deve aggiungere una profonda riforma del mercato del lavoro. Nessuno deve essere lasciato solo con se stesso se perde il lavoro. Occorre rafforzare gli ammortizzatori sociali ed estendere istituti come la cassa integrazione guadagni anche a settori attualmente non coperti. Allo stesso tempo la perdita di lavoro non deve essere vissuta come un dramma ma come un’opportunità, rafforzando la formazione per i disoccupati, specie quelli che hanno superato i 40 anni di età. E anche in questo caso occorre un intervento forte da parte dei Governi nazionali, con un nuovo patto di solidarietà fra generazioni. Questo passa per una riforma delle pensioni che liberi risorse per i giovani e i disoccupati e che abolisca anacronistici privilegi. Per il Mezzogiorno d’Italia occorre ripensare profondamente quanto finora è stato messo in atto. I contributi a fondo perduto distribuiti a pioggia negli ultimi 10/15 anni, con leggi tipo 488/92, hanno alimentato meccanismi perversi e non hanno cambiato in maniera significativa le condizioni delle regioni meridionali. Per il Sud occorre rimodulare, in forme nuove, l’intervento straordinario. Occorre essere chiari: non si vuole una nuova Cassa per il Mezzogiorno o un nuovo ministero per gli interventi straordinari. Occorre, invece, la presenza forte dello Stato con un istituto finanziario per lo sviluppo, anche nelle forme già esistenti di alcune agenzie pubbliche, che sia al fianco dei privati nella realizzazione di grandi investimenti strutturali nei settori che valorizzino le risorse del territorio, in primis turismo e agricoltura innovativa e di qualità. Insomma l’Udeur, in questa delicata fase della vita politica, economica e sociale del nostro paese, sta esaminando con estrema attenzione tutti tali problemi – con l’ausilio delle più valide competenze e intelligenze – e vuole svolgere un ruolo primario nelle stimolo dei governi nazionale e comunitario verso il miglioramento delle condizioni di vita di tutti i cittadini europei, presupposto imprescindibile per una società più libera, equa e solidale. *Responsabile Nazionale Sviluppo d’Impresa e Formazione Popolari Udeur.

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