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VIBO VALENTIA – “La signora è prenotata per mercoledì 24 febbraio 2021”.

Così si legge su un documento rilasciato dal Cup, il Centro unificato di prenotazione di Calabria centro, alla paziente M. T. 51 anni, una docente di Vena di Ionadi. L’esame in questione, dal nome lungo e un po’ astruso, è una “esofagogastroduodenoscopia”, ordinata all’interessata dal suo medico curante e prenotata presso il servizio di gastroenterologia dell’ospedale di Tropea.

«La prenotazione non è di oggi – attacca il marito della donna, visibilmente imbufalito – ma risale ad un paio di mesi fa, dunque l’attesa che mi hanno comunicato non è di “soli” 17 mesi bensì di 19. Per questo esame, in pratica, dovremmo aspettare 570 giorni, un’enormità anche riguardo al termine massimo che l’Asp afferma sia stabilito per legge e che è di 180 giorni, sei mesi insomma».

Il caso della docente di Ionadi fa immediatamente seguito a quello (rivelato l’altro giorno in esclusiva dal Quotidiano del Sud) di Rocco Barone, pensionato 75enne di Nicotera che, pur avendo urgentemente bisogno di una gastroscopia, è stato prenotato per aprile 2021 (LEGGI LA STORIA).

Un caso che, come si ricorderà, ha avuto una conclusione positiva per merito del dottore Felice Cosentino, un medico di origine calabrese da 40 anni attivo presso una clinica privata di Milano: letta sul sito web del Quotidiano del Sud la storia dell’ex bracciante agricolo, in una mail inviata alla redazione si è detto disponibile ad eseguire l’esame, “in modo gratuito e indolore”, venerdì prossimo 4 ottobre presso la clinica Villa Elisa di Cinquefrondi, dove egli riceve previo appuntamento una volta al mese (LEGGI LA NOTIZIA DEL MEDICO CHE SI È OFFERTO DI FARE L’ESAME).

All’indomani è giunta anche la replica dell’Asp che, ammettendo un errore da parte del Cup, ha comunicato al paziente che, dalla pulizia delle liste subito effettuata, era emersa come prima data utile addirittura il 2 ottobre prossimo. A quel punto però il pensionato ha rifiutato.

Sembrava un caso limite ma, alla luce della vicenda denunciata ieri dalla paziente di Ionadi, in tutta evidenza così non è. Forte della risonanza mediatica che un’attesa così incredibile giustamente solleva, il 2021 rischia pertanto di diventare la cifra distintiva delle liste d’attesa dell’Asp vibonese.

Una semplificazione indubbiamente ingiusta, considerato che la maggior parte degli esami rientra nei tempi previsti dalla legge (in qualche caso essi vengono eseguiti persino in pochi giorni) ma indotta dall’abnormità dei tempi prospettati.

Due le domande che vengono allora da rivolgere alla dirigenza dell’Asp: è forse, come già affermato, un problema di funzionamento del Cup o di impreparazione degli operatori?

E allora s’intervenga subito ad evitare il ripetersi di simili inconvenienti.

È un problema di pulizia delle liste? E allora la si effettui periodicamente, (diciamo una volta al mese?) in maniera da poter utilizzare le date risultate libere. Al riguardo, comunque, c’è o no una legge che commina sanzioni pecuniarie a chi, debitamente prenotato, non comunica poi all’azienda la propria rinuncia?

E se c’è questa legge, l’Asp la applica?

Per inciso, va detto che la paziente di Ionadi, grazie a qualche amicizia è riuscita successivamente ad ottenere una data più ravvicinata e ragionevole. Lo ha ammesso il marito della donna, con un sorriso polemicamente amaro. Come dargli torto?

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