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Marcello Minenna

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Arrestato nell’ambito di una inchiesta della procura di Forlì l’assessore regionale della Calabria ed ex direttore delle Dogane Marcello Minenna

FORLI’ – Arrestato, nell’ambito di una inchiesta della procura di Forlì, l’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, attuale assessore all’ambiente della Regione Calabria ed ex assessore del Comune di Roma.

(clicca e lEGGI DI COSA è ACCUSATO MINENNA)

marcello minenna arrestato con l’accusa di corruzione

Per Minenna, accusato di corruzione, il gip ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari con il divieto di comunicazioni con terzi. Alla Regione Calabria Minenna è responsabile delle deleghe alla Programmazione Unitaria, ambiente e tutela del territorio, programmazione, pianificazione e gestione del ciclo integrato dei rifiuti e delle risorse idriche, coordinamento strategico e razionalizzazione delle società partecipate, verifica attuazione progetti strategici del Governo Regionale.

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Arrestato anche un ex parlamentare (in carica fino al 2018), Gianluca Pini, della Lega. Coinvolti anche diversi funzionari della prefettura di Ravenna e dell’Ausl Romagna.

Complessivamente il gip ha emesso 34 provvedimenti cautelari e 63 milioni di euro i sequestri per equivalente in via preventiva, tutti eseguiti dalla polizia. L’indagine, a quanto si è appreso, riguarda vari episodi di corruzione e per quanto riguarda Minenna è relativa alla movimentazione tra le altre cose di materiali legati alla pandemia di Covid (mascherine). All’origine dell’inchiesta ci sarebbe un’altra indagine sul traffico di droga che avrebbe avuto delle ramificazioni anche all’estero in Belgio e Germania. 

DI COSA è ACCUSATO MARCELLO MINENNA

La polizia ha arrestato Marcello Minenna nell’ambito di una inchiesta che ha coinvolto anche un ex parlamentare della Lega, Gianluca Pini, ed è proprio in riferimento al rapporto con Pini che il gip ha fatto scattare la misura cautelare.

Secondo l’accusa Pini e Minenna, sono accusati di corruzione perché avrebbero stretto un “patto sceleris”. In base a questo accordo, Pini «prometteva a Minenna di accreditarlo all’interno della Lega Salvini premier in modo che venisse considerato un uomo di quel partito». Inoltre, «gli prometteva la riconferma della nomina a direttore generale dell’Agenzia delle Dogane a seguito del cambio dell’esecutivo che – si legge nell’ordinanza – effettivamente otteneva».

In cambio Minenna «accettava la promessa di accreditamento all’interno del partito e di riconferma della nomina di Direttore generale dell’Agenzia delle Dogane in cambio dell’asservimento della sua funzione pubblica agli interessi privati di Pini». Nello specifico «a fronte delle richieste di intervento di Pini in occasione delle importazioni di merci per il contrasto al Covid-19, Minenna – prosegue l’atto d’accusa – metteva a servizio di Pini l’esercizio della sua funzione pubblica sia intervenendo egli stesso con gli uffici territoriali per risolvere le problematiche di Pini sia dando ordine ai suoi più stretti collaboratori, dirigenti nazionali dell’Agenzia delle Dogane, di mettersi a disposizione di Pini per risolvergli i problemi che l’imprenditori aveva in fase di sdoganamento della merce ovvero in fase di accertamenti da parte dei funzionari territoriali delle dogane».

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