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Palazzo Campanella sede del Consiglio Regionale

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Una rosa di nomi per la città unica, la scelta sarà tra Cosenza, Nuova Cosenza e Cosenza Rende Castrolibero, ecco le possibili denominazioni del Comune unico da indicare nel quesito referendario

UN particolare non di poco conto della fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero è la scelta del nome del futuro Comune unico. Ieri la Prima Commissione Affari istituzionali presieduta da Luciana De Francesco ha messo una pezza alle carenze della proposta di legge riguardo alla denominazione della città unica acquisendo una rosa di alternative che sarà oggetto del quesito referendario. Ebbene la scelta degli elettori dovrà ricadere su “Cosenza”, “Nuova Cosenza” e “Cosenza Rende Castrolibero”.

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Un rimedio in corsa, dicevamo, perché mancava in effetti un esplicito riferimento al nome della nuova municipalità, un “dettaglio” che non era sfuggito nei mesi scorsi e aveva acuito ulteriormente le polemiche sul progetto di fusione. Quello di ieri a Palazzo Campanella è stato quindi un passaggio tecnico propedeutico all’ultimo step in Commissione regionale che riguarderà l’approvazione della risoluzione. Ultimate le tappe nelle relative commissioni la proposta di legge approderà in Consiglio regionale dove saranno attivate le procedure per l’indizione del referendum consultivo. All’esito di quest’ultimo la proposta di legge riapproderà nell’assise regionale per l’approvazione.

UNA ROSA DI NOMI PER LA CITTÀ UNICA, IN ATTESA DELLA DATA DEL REFERENDUM

Come anticipato dal Quotidiano del Sud nelle scorse settimane il referendum consultivo si svolgerà dopo le elezioni europee e amministrative. I più ottimisti ipotizzano che si possa andare alle urne in autunno ma la possibilità che il voto referendario slitti nel 2025 non è affatto da scartare. Il centrodestra, seppur con diverse sfumature, procede a ritmo serrato nell’iter che dovrebbe portare alla realizzazione dell’agognata città unica. In meno di un anno la commissione regionale concluderà il suo lavoro dopo aver dato spazio in questi mesi alle audizioni degli amministratori, dei sindacati e delle forze politiche e alla presentazione dello studio di fattibilità del docente Luigino Sergio. L’indizione del referendum consultivo sarà un crocevia fondamentale per la città unica. La consultazione, com’è noto, non ha un carattere deliberativo e vincolante ma una forte propensione per il no alla fusione potrebbe sparigliare le carte e, chissà, far desistere gli stessi proponenti.

I COMITATI CHE SI OPPONGONO ALLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE

Nel frattempo proliferano nel capoluogo bruzio e a Rende i comitati che si oppongono alla proposta di legge regionale sulla città unica. Agguerritissimo il fronte del no a Rende dove varie forze politiche (orfane di una rappresentanza in Consiglio comunale a causa dello scioglimento per infiltrazioni mafiose dello scorso giugno) hanno dato vita a un comitato cittadino molto attivo che ha avviato da tempo una campagna di sensibilizzazione e informazione sulla questione.

Di recente anche a Cosenza (qui il sindaco di Cosenza Franz Caruso, al pari dell’omologo di Castrolibero Orlandino Greco, è contrario alla proposta di legge regionale) sono sorti dei comitati civici che affrontano, con differenti approcci, il tema della città unica. Il variegato schieramento dei contrari non boccia il “principio” della fusione ma ne stigmatizza fortemente il metodo portato avanti dal centrodestra a Palazzo Campanella. Resta il fatto che dopo decenni di proclami e buoni propositi, Cosenza, Rende e Castrolibero non sono mai state così vicino alla fusione come ora.

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