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Decine di perquisizioni questa mattina, nell’ambito di un’attività della polizia postale in 35 abitazioni della provincia di Reggio Calabria. Gli operatori cercano tagliandi contraffatti per il pagamento di servizi alle aziende pubbliche o prodotte per le società finanziarie, al fine di dimostrare un pagamento in realtà, mai avvenuto. L’operazione, in corso da ieri, rappresenta la seconda tranche di una serie di perquisizioni già eseguite nei mesi scorsi e riguarda i controlli del compartimento della polizia postale per i reati commessi tra il 2006 e il 2007. Alcuni, secondo quanto riferito dagli inquirenti, hanno frodato migliaia di euro mentre altri solo qualche centinaia ma si tratta comunque di un fenomeno molto diffuso. Per lo più gli indagati sono
del ceto medio. I reati contestati a tutti gli indagati sono contraffazione di impronte e truffa. La cifra che ruota attorno alla truffa, subita dalle aziende di servizi e società finanziarie, ammonta ad almeno 120mila euro.
L’attività di perquisizione a loro carico è stata ordinata dal sostituto procuratore Santi Cutroneo e riguardano anche i territori di Siderno, Palmi e Bovalino. Agli indagati viene contestato il reato di contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione.
L’attività investigativa è nata dal sequestro in alcuni uffici postali di Reggio Calabria di bollettini di conti correnti postali, recanti un numero progressivo non corrispondente a quello degli uffici postali presso i quali sarebbero state effettuate le transazioni; anche i successivi riscontri contabili facevano emergere la mancanza dei versamenti. Secondo gli inquirenti dietro la truffa c’è una vera e propria associazione a delinquere che in cambio di denaro provvede a consegnare ai cittadini i bollettini contraffatti. Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati bollettini contraffatti, inoltre i poliziotti hanno sequestrato pc e materiale informatico che verrà passato al vaglio, per risalire ai responsabili dell’associazione.

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