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Lo spunto viene dall’intervento di Giuseppe Postiglione su Radio Potenza Centrale, all’intervallo della partita di domenica. Dannatamente profetico. Il Potenza chiudeva il primo tempo col minimo vantaggio ma c’era puzza di bruciato, di film già visto. Troppe le occasioni fallite, il rigore, la traversa.
Il patron non è raggiante, si sfoga per quel vantaggio di misura che doveva essere tre volte tanto: “siamo venuti a giocare qui da capolista, solo che cosi’ viene lo sconforto, siamo afflitti da una sfortuna indicibile, speriamo vada tutto per il meglio”. L’esito sappiamo qual’è stato, ma i foschi presagi di Postiglione erano accompagnati da una riflessione che trasmette un malessere più ampio.
QUESTIONE STADIO
Attenzione, perchè l’ambiente rossoblu rischia di trovarsi in mano una patata bollente non da poco. Postiglione non le manda a dire: “da imprenditore in questi giorni mi sto chiedendo che senso abbia andare avanti, abbiamo tutti i conti in ordine mentre giochiamo (e perdiamo, ndr) contro chi è ad un passo dal fallimento, ma i paradossi continuano se guardiamo in casa nostra”. L’input lo da Potenza – Taranto di domenica: “per l’ennesima volta non avremo sugli spalti del Viviani i tifosi ospiti, l’Osservatorio del Viminale dà l’ok soltanto alle piccole tifoserie (vedi Foligno) perchè quella tribunetta a loro risulta ancora un cantiere aperto”. Postiglione argomenta la sua versione dei fatti : “per l’agibilità completa manca un certificato che l’amministrazione comunale ritarda incomprensibilmente a produrre, da quando abbiamo conquistato questa categoria in un anno e mezzo la mia società ha perso circa 200mila euro di potenziali incassi per questo tipo di problema”.
Ma le frizioni sul Viviani vanno anche oltre: “dobbiamo ancora rinnovare la convenzione tra il Potenza e il comune per la gestione dell’impianto ma, da quello che sembra, si prevedono a carico della mia società nuovi oneri, forse perchè si vogliono recuperare sperperi e sprechi che non mi appartengono”. Il patron va nel dettaglio: “siamo senza riscaldamento negli spogliatoi da qualche giorno, ma soprattutto vorrei sottolineare che non è colpa nostra se il comune ha pagato bollette dell’acqua esorbitanti causate da una tubatura in perdita continua, che fra l’altro ha creato una sorta di deposito d’acqua sotto il manto erboso”. Nella nota spese della società – secondo il patron – c’è anche la squadra dei Vigili del Fuoco in servizio ogni domenica: “sono circa mille euro per ogni partita interna, in origine non toccava a noi farcene carico”.
Si riprende ma, al di là di tutto questo, oggi sarà il giorno in cui Arleo verificherà la tenuta psicologica della truppa convocata nel pomeriggio per la ripresa degli allenamenti. La sconfitta di Vasto allontana inesorabilmente le speranze di salvezza diretta e rende a questo punto ancor più chirurgico il lavoro tecnico, gestionale e psicologico che si richiede per mantenere in piedi la baracca.
Nulla si può rimproverare al tecnico e alla società, in questo momento, sul piano dell’abnegazione, delle ore di sonno perse, della voglia di tentarle davvero tutte. La settimana che porta alla delicatissima sfida col Taranto sarà probabilmente anche utile per qualche ulteriore sfoltimento della rosa, a partire dalla rescissione contrattuale ormai certa per Josè Mamede. Arleo oggi si confronterà anche con Cozzolino dopo l’incomprensione – che ci può stare se rientra subito – evidenziata dalla sostituzione di domenica. Arriverà oggi intanto la squalifica del giudice sportivo di Lega Pro per Fabrizio Di Bella, che
ha raggiunto la quarta ammonizione e salterà Potenza – Taranto.
Se una giustizia nel calcio c’è, anche Arleo meriterebbe di raccogliere davanti al suo pubblico i frutti del lavoro che in tre settimane ha aperto almeno uno spiraglio di luce.

Pietro Scognamiglio

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