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Oggi ci riscopriamo tutti un po’ più tristi, sbalorditi, da come un evento sismico,naturale, sia riuscito in pochi istanti a farci ritornare ad un momento di profonda riflessione. Dobbiamo fermarci un attimo a pensare, ad analizzare, a concepire nuovi strumenti,nuove tecniche, nuovi valori per non rendere vano ciò che una tragedia può insegnare.
251 morti più di 1000 feriti e 25 mila sfollati sono il resoconto che ci resta all’indomani di quella che Bertolaso ha definito <>. Questa tragedia ha colpito, ed è vissuta, dal paese intero non solo dall’Abruzzo, che, intorno ad esso, si è stretto con caloroso affetto spontaneo. Sono stati mandati uomini e mezzi per i soccorsi da ogni regione italica, sono giunte in Abruzzo centinaia di associazioni di volontariato italiane e non governative da tutta Europa, sono giunti migliaia di connazionali spinti dall’irrefrenabile voglia di solidarietà pronti ad unirsi alla Protezione Civile e alle forze dell’ordine impegnate ininterrottamente in queste ore nei soccorsi. Sono giunti loro e sono giunti anche gli altri: gli sciacalli.
Gente che approfitta di un disastro per svaligiare le case della periferia. Gente misera ma anch’essa italiana. Sono giunti i camion vecchi delle forze armate, camion arrugginiti che erano ormai desueti e sono giunti i sistemi iper-tecnologici che allestiscono centrali operative d’avanguardia in pochi minuti. Eccola la doppia faccia dell’Italia, l’Italia dei piccoli egoismi e fantastica dedizione la chiama Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera.
L’Italia è il paese degli eroi, come il caposquadra dei pompieri di Bergamo Marco Cavagna morto sotto le macerie per aiutare i suoi compagni, dell’ altruismo, dimostrato con gesti umili partiti da ogni singolo paesino della penisola,della solidarietà. Questo è il paese in cui noi tutti ci riconosciamo, che riesce a mettere da parte le contrapposizioni e si mette al servizio dei bisognosi. Quest’atteggiamento che costantemente salta fuori ad ogni tragedia che ci colpisce è un segnale che dimostra che questo carattere è intrinseco in noi,nella nostra cultura.
Adesso è il momento di ripartire, uniti, per capire che l’uomo non può sfidare impunemente la natura. Molti esponenti politici riscoprono oggi l’antisismico, dopo che, con norme precise, hanno cercato di isolare questa parola che nei “piani casa” è troppo spesso vista come causa di insostenibilità dei costi, di rallentamento dei lavori e di una maggiorazione burocratica non necessaria. Si pensa solo a rilanciare l’economia con l’edilizia per poi scoprire che il settore edilizio va riformato dal punto di vista normativo e sanzionatorio. Uno stato Europeo nel XXI secolo non può permettere che le sue strutture, edifici pubblici, scuole,case degli studenti e civili abitazioni vengano costruite con materiali scadenti come troppo spesso accade. Bisogna guardare la realtà: l’Italia è un paese fortemente sismico e come tale deve strutturarsi.
Necessita oggi la sensibilità per aprire una riflessione su come costruire nelle aree a rischio sismico, sui criteri e sui parametri da rispettare, ma, necessita ancora di più creare quella coesione sociale, a partire dalle forze politiche, per far sì che questo paese cresca e si sviluppi in maniera sostenibile. Pensando al domani non all’immediato presente.

Massimiliano Tramontana
Coordinatore dell’esecutivo Regionale
dei Giovani Democratici

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