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di SANDRO RUSSO
La filosofia del judo è cedere alla forza dell’avversario e con essa creare squilibrio. Accompagnarla per vincerla in modo efficace. Insomma, usare la forza di chi ti sta di fronte per ritorcergliela contro. Non sappiamo se il governatore
Agazio Loiero abbia proprio pensato al judo quando ha aperto, di fatto, la campagna elettorale per le regionali del 2010, contro l’ormai quasi certo candidato alla presidenza del Pdl, l’attuale sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti. Ma certo è che Loiero, con un paio di interventi mirati, è riuscito a trasformare la spinta del riconoscimento di Reggio città metropolitana, che sembrava avere messo le ali al giovane sindaco, inunapotenziale trappola. Perché se è vero che a Reggio Scopelliti è praticamente invincibile, nelle altre province della Calabria Loiero potrebbe riuscire a instillare il dubbio che quel riconoscimento sia un fattore di potenziale disgregazione regionale, con un baricentro che si sposta sullo Stretto per guardare a Messina. E alla gioia e al legittimo orgoglio dei reggini, nel momento della conta, potrebbero opporsi le paure e i dubbi dei catanzaresi, dei vibonesi, dei crotonesi e dei cosentini. Insomma, Loiero potrebbe avere deciso strategicamente di perdere una fortezza, di
fatto già dominata dall’avversario, per mobilitare gli altri bastioni in vista
del confronto finale. Scopelliti ha le carte in regola per presentarsi e vincere le elezioni regionali del 2010. Giovane, sindaco più amato d’Italia, fama da amministratore concreto in grado di offrire un progetto ambizioso (condivisibile
o no) e una “visione” di città, non più provinciale, in grado di competere con le grandi capitali del turismo. Come se non bastasse, gode anche lui del vento in poppa berlusconiano, che ha offerto un indiscutibile valore aggiunto negli appuntamenti elettorali seguiti al ritorno a Palazzo Chigi del Cavaliere. Finora
Scopelliti ha dimostrato di avere un grande sostegno da parte dei reggini, anche per la vacuità dell’opposizione.
E il riconoscimento di Reggio città metropolitana è stato un ulteriore tassello di questa strategia ed ha accresciuto non poco la sua credibilità personale e la sua forza politica. Il punto è che quel riconoscimento per i reggini (o perlomeno
per l’intellighenzia reggina, di destra e di sinistra) non è altro che un primo passo verso la conurbazione con Messina, nell’ambito di un ambizioso progetto che punta alla creazione di una metropoli dello Stretto. Lasciando stare ogni considerazione sulla reale fattibilità di tale progetto (Messina fa parte di una Regione a statuto speciale ed è già una provincia a vocazione turistica internazionale, con perle quali le Eolie e Taormina), non si comprende quali vantaggi potrebbe ottenerne, ad esempio, un cittadino di Crotone che sarà chiamato ad esprimersi sulla guida della Regione. E di tutto questo Loiero è consapevole. Sa che esprimendo dubbi su Reggio città metropolitana (si badi bene: non sul riconoscimento in sé, ma sulla possibile spinta verso Messina) si attira le ire di tanti reggini. Ma sa anche che stimolando un campanilismo al contrario, da Catanzaro, Cosenza, Vibo e Crotone, può fare ritorcere contro Scopelliti il suo principale successo politico. Questo per presentarsinel 2010 come garante dell’unità della Calabria, contro un giovane sindaco, di successo sì, ma di una città che guarda alla Sicilia. A pensarci bene, con una legislatura che non pare abbia suscitato gli entusiasmi dei calabresi anche per l’eredità pesantissima ricevuta (i mali della sanità e dell’ambiente vengono da decenni di cattiva amministrazione e non sono certo nati con Loiero), una delle strategie che possono rimettere in sella il governatore è proprio quella dell’orgoglio e della difesa dell’unità regionale. Strategie non certo nuove per lui, basti pensare alla battaglia per la difesa dell’unità nazionale in chiave antileghista o alle vicende che portarono alla nascita del Pdl. Scopelliti sa che questa trappola
può essere letale. Non a caso, dopo le polemiche, ha rilanciato la palla agli avversari, chiedendo al presidente del consiglio regionale Giuseppe Bova, compagno di partito di Loiero e grande sponsor di Reggio città metropolitana (come del resto la deputazione del Pd reggino) di prendere posizione. Bova, che non è uno sprovveduto (e peraltro nel 2010 potrebbe ambire alla poltrona di sindaco di Reggio per succedere proprio a Scopelliti) ha chiesto di stemperare le polemiche e di lavorare per il bene comune. Insomma, il cerino in mano non lo vuole tenere. Ma qualcuno lo dovrà fare.
Perché Loiero, individuata una strada, è difficile che la molli.

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