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Tre imprenditori agricoli di Rosarno sono finiti in manette e due cittadini dell’est europeo invece, vengono ricercati dai carabinieri perchè accusati di far parte di una associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, induzione della prostituzione ed estorsione.
Dall’indagine, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria e condotta dai carabinieri di Rosarno, è emersa l’esistenza di una associazione, di cui i tre arrestati erano i capi, promotori ed organizzatori, dedita alla riduzione in schiavitù, allo sfruttamento ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di cittadini extracomunitari, generalmente centro africani, che venivano reclutati per essere impiegati nella raccolta degli agrumi nel rosarnese. Le vittime del sistema criminale erano in gran parte africani.
Le indagini dei carabinieri hanno portato alla luce anche storie di induzione alla prostituzione, estorsioni, altrattamenti e violenze commesse approfittando dello stato di necessità e delle precarie condizioni di vita in cui versano i numerosi stranieri, spesso clandestini, che abitano a Rosarno.

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