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L’inchiesta è stata trasferita per competenza territoriale dalla Procura di Paola alla Dda di Catanzaro, in quanto si ipotizza il coinvolgimento della criminalità organizzata nell’affondamento della nave ritrovata al largo della costa di Cetraro (Cs).
Il fascicolo, secondo quanto si è appreso da fonti della Dda, è già stato preso in visione dai magistrati che coordineranno le indagini ed è all’attenzione del procuratore, Vincenzo Antonio Lombardo (in foto). Negli ambienti degli inquirenti è stato sottolineato anche che c’è la «massima attenzione» e che da subito saranno avviate le attività per ricostruire quanto è accaduto.
Al momento nel fascicolo mancano, però, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Francesco Fonti, grazie al quale è stato ritrovato il relitto affondato al largo di Cetraro. Non è escluso che tra le prime attività della Dda di Catanzaro ci sarà proprio quella di acquisire le dichirazioni del collaboratore di giustizia. Secondo Fonti, l’affondamento delle navi cariche di rifiuti tossici sarebbe stato uno degli affari gestiti dalle cosche di San Luca attraverso quelle di Cetraro.

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«Vogliamo sapere se ci sono questi rifiuti tossici. Non possiamo più vivere con questo terrore». È quanto ha dichiarato Aurelio Garritano, vicesindaco di Longobardi (Cs), in relazione alla situazione venutasi a creare nella fascia tirrenica del cosentino dopo il ritrovamento del relitto contenente fusti con fanghi radioattivi.
«Se il Governo non ci manda i soldi per bonificare – ha aggiunto Garritano – deputati e senatori calabresi si devono dimettere perchè evidentemente non sono capaci di farsi sentire. Altrimenti occupiamo la ferrovia, le strade e le autostrade. Ma non possiamo continuare così, il Governo deve intervenire».

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