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Si è costituita parte civile contro l’ex compagno la giovane polacca che sarebbe stata vittima di una vera e propria persecuzione da parte di lui, F. R., un cuoco catanzarese di 54 anni.
«Stalking» è l’accusa di cui l’imputato è chiamato a rispondere, al processo per direttissima che si sta svolgendo davanti al giudice monocratico di Catanzaro, e per la quale è finito in manette, lo scorso 27 ottobre, ad opera dei carabinieri della Stazione di Gagliano, quartiere del capoluogo di regione in cui vive la vittima, poco più che trentenne, la quale si è rivolta loro terrorizzata dopo l’ultima presunta minaccia da parte dell’uomo. Dopo la convalida dell’arresto F. R. era stato rimesso in libertà, come richiesto dall’avvocato Anselmo Mancuso, ma sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla sue ex.
La donna, assistita dall’avvocato Domenico Pietragalla, oggi in aula ha testimoniato raccontando un mese di presunte pressioni e persecuzioni che sarebbero iniziate a partire da quel 21 settembre in cui aveva deciso di una volta per tutte di interrompere la relazione con F. R. che, secondo quanto reso noto al momento dell’arresto, in una settimana sarebbe arrivato a farle più di mille telefonate sul cellulare.
Anche le dichiarazioni del maresciallo dell’Arma che ha condotto le indagini sono state ascoltate oggi, prima che il processo venisse rinviato all’11 gennaio.

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