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Non fa parte di un’associazione mafiosa e, anzi, è una specie di agente entrato in contatto con persone sospette solo perchè impegnato in un’operazione di intelligence: è questa la linea difensiva di Giorgio Hugo Balestrieri, l’unico personaggio non catturato nell’ambito dell’operazione «Maestro» dei carabinieri, nello scorso dicembre, contro la cosca Molè di Gioia Tauro. Balestrieri si trova negli Stati Uniti e, formalmente, in questa indagine è considerato latitante. Oggi, al tribunale del riesame di Reggio Calabria, è stato discusso il ricorso del suo avvocato, Fabrizio De Silvestri, contro l’ordine di custodia cautelare. Il penalista ha prodotto ampia documentazione che dimostrerebbe – soprattutto attraverso scambi di e-mail con personaggi quali ad esempio Joe Peters, ex consulente della Casa Bianca – come Balestrieri fosse impegnato in una sorta di indagine riservata per conto di qualche organismo che non è stato specificato. «Sono convinto – ha commentato De Silvestri – della completa estraneità del mio assistito ai fatti contestati, che ora, alla luce di quanto prodotto, spero vengano riletti sotto un’altra ottica».

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