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«Siamo preoccupatissimi e c’è allarme nelle nostre popolazioni per il destino assegnato all’ospedale di Praia a Mare». Lo ha detto il sindaco di Praia a Mare, Carlo Lo Monaco, nel corso di un incontro tra i rappresentanti e gli amministratori dei Comuni dell’Alto Tirreno cosentino ed il presidente del Gruppo regionale del Partito Democratico, Sandro Principe, che era accompagnato da Mario Franchino e da Franco Pacenza, esperto del settore sanità del gruppo.
«La nostra – ha proseguito Lo Monaco – è una struttura sanitaria di buon livello, la cui presenza risulta essere necessaria e fondamentale per garantire il diritto alla salute ad una popolazione formata per buona parte da persone anziane, e che abita i territori costieri, ma anche dell’entroterra, dell’alto tirreno cosentino, impervi e serviti da una carente rete stradale». Lo Monaco ha, inoltre, evidenziato che l’ospedale di Praia a Mare è forse l’unico che negli anni ha fatto registrare una immigrazione sanitari (nel 2008 con una percentuale di circa il 14%) proveniente, soprattutto, dai territori campani e lucani, invertendo così la tendenza assai negativa che vede i calabresi popolo di emigranti anche in questo settore. A ciò v’è da aggiungere che Praia a Mare sarebbe finanziariamente un ente ospedaliero sano, con un deficit limitato e, quindi, risanabile e con un costo per posto letto tra i più bassi della regione.
I sindaci che hanno partecipato alla riunione, è detto in un comunicato, «sono stati, dunque, concordi nel sostenere che eliminare o ridimensionare il presidio ospedaliero di Praia a Mare sarebbe una scelta sbagliata, non conforme, peraltro, ai parametri nazionali per i quali ogni comprensorio dovrebbe godere dei Livelli essenziali di assistenza. Per tutti, infine, l’attuazione del Piano di rientro, che, è stato ribadito, è un ottimo strumento per risanare il deficit strutturale ed annuale, deve portare alla costituzione di una rete ospedaliera distribuita in modo equilibrato sull’intero territorio regionale, nelle province e tra le province, sulla base di criteri oggettivi di valutazione, salvaguardando strutture funzionali ed efficienti e tagliando, dove esistono, disservizi, sprechi ed inutili doppioni».

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