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di ANTONELLA CIERVO
LA patata bollente è nelle sue mani e, nelle ultime ore, brucia ancora di più. Forse l’esperienza nel mondo della formazione e del volontariato sarà utile al neo segretario cittadino del Pd, Simona Guarini che non ama termini come “contarsi”, segno che considera la politica lontana dagli esercizi matematici con i quali spesso il partito si trova a confrontarsi.
L’esito del consiglio comunale di venerdì, l’effetto che i problemi interni del Pd sembrano aver provocato, azzoppando i lavori dell’assemblea sono, di fatto, il suo primo vero banco di prova al quale non si sottrae pur chiarendo che le valutazioni definitive su tutto quanto accaduto, saranno elemento di dichiarazioni successive agli incontri che si appresta ad avere già in queste ore con i consiglieri che hanno preferito disertare la seduta del consiglio comunale. Condivide la valutazioni fatte dal capogruppo del partito, poche ore dopo l’assemblea e aggiunge: «La sera stessa del consiglio comunale ho convocato i consiglieri che non avevano partecipato – spiega – però il confronto non è stato possibile perchè molti di loro avevano altri impegni. Sono incontri che, però, sono intenzionata ad avere al più presto.
Sicuramente non sono contenta di quello che è accaduto e come me non è contento nemmeno il segretario regionale Speranza. Come ho detto all’assemblea nazionale dei circoli di Roma, alla presentazione del programma al congresso cittadino e nel mio intervento al congresso provinciale, credo che questo partito debba trovare il suo senso unitario, al di là delle diverse anime che si agitano all’interno. Nessuno di noi ha come obiettivo quello di sfasciare il lavoro fatto finora, è necessario arrivare ad una mediazione».
Un obiettivo che ha, alle sue spalle, una serie di tentativi falliti, di insuccessi che non rappresentano l’eredità migliore.
«Non ho la bacchetta magica ma credo che la risoluzione di questi problemi sia necessaria e che si debba individuare entro il prossimo consiglio comunale». Il malessere, ammette anche la Guarini, ha origini lontane.
«Al congresso cittadino non eravamo arrivati in modo unitario; al termine del confronto democratico e leale è emerso un vincitore e a quel vincitore spetta ore prendere in considerazione tutte le istanze e portarle nell’ambito di una linea unitaria. Quello che succede qui, d’altronde, accade anche a livello nazionale come ha confermato anche Pierluigi Bersani. Sto incontrando i consiglieri e gli assessori per comprendere meglio i fatti e capire quali decisioni prendere. In questo momento è inutile acuire i problemi, non lo ritengo corretto prima di aver sentito tutti. I problemi interni non si devono riversare sull’attività amministrativa, come è successo.
Non possiamo più continuare a ragionare con logiche individualistiche. Ci sono obiettivi che non attengono solo alla sfera cittadina ma che riguardano dinamiche interne del partito. La situazione non si risolve facendo la maestrina. Sono alla guida del partito da poco tempo e so che hanno fallito coloro che avevano più storia ed esperienza di me. La linea del partito deve essere quella della condivisione.
In questo momento è necessario capire cosa è accaduto perchè io al momento non lo so».

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