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GRASSANO – Carcasse di volpi sulla carreggiata. Non passa giorno che non ce ne siano almeno un paio.
Per quanti percorrono la strada provinciale 8 Matera-Grassano è ormai una consuetudine.
«Ci sono periodi in cui il fenomeno è più accentuato per via del movimento delle volpi giovani che, meno esperte, si disperdono sul territorio. -spiega Matteo Visceglia, responsabile del Cras (Centro recupero Animali selvatici) di San Giuliano- La mortalità per il semplice investimento rientra in un quadro normale ma, se il numero di animali è molto elevato, si potrebbe anche pensare di valutare la possibilità di fare degli esami alle carcasse per capire se non ci sia qualche problema dovuto a patologie di popolazioni di un dato territorio.
Patologie che, ad esempio, potrebbero determinare a loro volta comportamenti tali da esporre gli animali a un maggior rischio di investimenti. Tuttavia questa è un’ipotesi -precisa Visceglia- .

Le autorità sanitarie e gli enti territorialmente competenti dovrebbero valutare se è il caso o meno di recuperare le carcasse, quelle in buone condizioni, e cominciare a esaminarle, effettuare delle necroscopie per verificare se si tratta di animali sani o malati.
Se sono sani, sarebbero investimenti per dispersioni, anche perché il territorio degli animali selvatici è attraversato da infrastrutture viarie che tendono ad aumentare. Nella nostra esperienza come Cras, l’anno scorso abbiamo avuto un volpacchiotto trovato sulla strada da cittadini. Per fortuna non era stato investito, ma manifestava un comportamento assolutamente anomalo, tanto che abbiamo coinvolto la facoltà di Medicina veterinaria di Bari. Sembrava come se fosse molto disorientato.

I veterinari non sono riusciti a trovare la causa, hanno ipotizzato problemi neurologici. Se il volpacchiotto fosse rimasto sulla strada sarebbe stato investito. Aldilà del fatto singolo, gli investimenti sono evidenti».
Secondo Visceglia è necessario affrontare il problema: «Tra l’altro, le carcasse per legge dovrebbero essere rimosse, un animale morto rappresenta un pericolo e un rischio sanitario». Gli investimenti, ha aggiunto Visceglia, avvengono in nottata o all’alba. Nell’arco della giornata le carcasse spariscono per via dei predatori, in quella zona numerosi.
«Oltre alle volpi spesso si trovano faine e ricci. -conclude- Qualche giorno fa ho trovato anche un gatto che all’apparenza sembrava non domestico. E’ risultato, invece, un gatto selvatico ibrido, ed era stato investito proprio su un ponte.
Con il ritrovamento di questi animali morti abbiamo fatto delle osservazioni interessanti dal punto di vista scientifico, in passato abbiamo avuto la conferma della presenza della puzzola nella Riserva di San Giuliano».
Un problema serio, da affrontare in tempi rapidi, perchè animali solitamente così scaltri non finiscono sotto le auto con questa frequenza.

Rossella Montemurro

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