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Domani, 14 dicembre 2011, saranno quattro mesi che Francesco Azzarà è in mano ai suoi rapitori, in Darfur, dal 14 agosto, quando il giovane mottese volontario di Emergency, venne sequestrato mentre si recava all’aeroporto della città, a Nyala. Sulla vicenda, è tornato a parlare il sindaco del Comune di Motta San Giovanni, Paolo Laganà: “Il silenzio apparentemente sceso sulla vicenda di Francesco, almeno da parte nostra – precisa il primo cittadino – non va inteso come un cedimento al destino ma semmai un rispettoso accoglimento della volontà dei familiari di abbassare i toni, convinti che il lavoro dei professionisti italiani e sudanesi, impegnati da quel 14 agosto, darà alla fine i suoi frutti”.
“Certo tutto questo tempo – afferma il sindaco Laganà – e questa interminabile attesa lascia la nostra comunità ‘sospesa’. E’ come se fosse entrata in un’altra dimensione, ben sapendo che potrà uscirne in un solo modo: la liberazione di Francesco! Anche le nostre vie e i nostri centri sono avvolti da questo alone, anche il nostro Natale, sebbene difficile per altri aspetti, appare diverso e sommesso, nell’attesa che il Cristo di noi tutti indichi, ancora una volta, la giusta via per la liberazione”.
“Un percorso lungo – aggiunge Paolo Laganà – soprattutto per Francesco, i genitori e quanti si sono doverosamente spesi perché questo esempio e l’esperienza umana del lavoro di questo nostro ragazzo venisse considerata non già ‘figlia di un Dio minore’, ma semmai il meglio che la Calabria potesse esprimere in termini di dedizione nei confronti del prossimo e delle fasce più povere. Lo abbiamo fatto in tutte le occasioni pubbliche e private, dal nostro paese, ai luoghi più lontani e anche lì, ad Assisi, in quella marcia della pace, dove la carità dei luoghi del Santo lasciò il posto per un attimo al nostro grido, accolto da migliaia di pacifisti che, venuti da tutto il mondo, diedero energia alla nostra speranza. Sembrava fatta eppure così ancora non è! E noi, in silenzio, abbiamo operato e sensibilizzato sostenendo che bisogna fare di più, certamente di più, così come chiede l’intera comunità nazionale”.
“Anche domenica – fa sapere sempre il sindaco di Motta – in occasione della consegna di un premio alle eccellenze della nostra terra, ho chiesto agli illustri ospiti di ‘pressare’ nei confronti della diplomazia nazionale e del neo ministro agli esteri, così come ho ritenuto giusto elevare in quell’occasione un pensiero a quella madre coraggio, Angela Casella, che negli anni ottanta lottò con tutte le sue forze per riavere quel figlio che la nostra terra le segregò per lunghi mesi”. “Ecco – aggiunge infine Paolo Laganà – vogliamo pensare che questa esperienza di Francesco servirà a noi calabresi e ai reggini in particolare a guardare, senza vergognarci, le altre comunità che hanno subito il dramma dei rapimenti. Ma ciò potrà avvenire soltanto riavendo Francesco”.

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