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Grande risalto nei quotidiani regionali di oggi è stato dato ai risultati dell’inchiesta condotta Ministero della Pubblica Istruzione in collaborazione con il Censis per monitorare i risultati, i traguardi raggiunti e le competenze acquisite nelle regioni che fruiscono dei fondi Pon della comunità europea.

A leggerli così i dati parlano di un quadro deprimente.
Si raffrontano le abilità in matematica e italiano, fortemente negativi rispetto alla media nazionale, con gli esiti finali, bocciature, voti agli esami finali che diversamente segnano picchi di eccellenza, dove il 10% degli studenti calabresi arriva a diplomarsi con 100.
I numeri si sa sono freddi, dicono tutto e niente; senza voler nulla togliere alla scientificità del metodo, voglio sottolineare solo due fattori:
–  il rilevamento è stato effettuato nell’ambito di un progetto contro il bullismo
– questa inchiesta è stata condotta in due istituti tecnico-professionali  della nostra regione.
Mi sembra che l’obiettivo, la prevenzione della violenza, poco collimi con l’essere bravi nelle materie prescelte.
Del resto proprio la Calabria è sempre al centro delle polemiche.
Quando ormai cinque anni fa cominciarono i primi test Invalsi, una vera e propria iattura per la scuola italiana, i primi dati segnarono un successo dei nostri studenti; “Li hanno fatti copiare i loro insegnanti”, ragliarono le camicie verdi.
Due anni dopo in controtendenza risultammo  fanalino di coda; “Al Sud c’è una crisi dei saperi di base”, pontificarono i pedagogisti dalle loro strapagate e lontane cattedre universitarie.
Insomma mettetvi d’accordo……in ogni caso cercare di valutare esiti e competenze è un mestiere difficile, chiedetelo agli insegnanti che ogni giorno si sforzano di interrogare, correggere, valutare in maniera oggettiva e che motivi all’apprendimento. 
Tuttavia quello che seminiamo non è valutabile e spesso anche i voti, che io elimineri volentieri, sono solo un atto burocratico.
Del resto nelle grandi scuole dell’antichità, il Peripateo, l’Accademia, la Didaskaleion, voti non se ne davano e si arrivava da tutte le parti del mondo per studiarci…..ma questa è un’altra storia.

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