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COSENZA – E’ entrato nella fase dibattimentale, con la deposizione di Luigi Pacchiani, ex operaio malato di tumore alla vescica, il processo che si sta celebrando davanti al tribunale di Paola a carico di 13 ex responsabili e dirigenti dello stabilimento Marlane di Praia a Mare, accusati di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento.   Pacchiani, che è considerato uno dei teste principali, rispondendo alle domande del pm Roberta Carotenuto, ha ripercorso in tre ore di deposizione le fasi della sua esperienza lavorativa all’interno della fabbrica. L’ex operaio Marlane si è soffermato sul tipo di lavoro che veniva svolto, sulle mansioni degli operai, anche di quelli morti per tumore.  Ha spiegato come le misure adottate dall’azienda non garantissero la sicurezza nello stabilimento. 

«Solo ad alcuni – ha detto fra l’altro – precisamente agli operai della tintoria, veniva dato mezzo litro di latte per disintossicarsi». Pacchiani ha parlato anche della vicenda legata alla scoperta delle scorie tossiche a Santa Domenica Talao e delle altre sotterrate fuori dallo stabilimento. Si trattò in quella circostanza di un vero e proprio blitz documentato con un filmato più volte trasmesso sui canali televisivi nazionali e a seguito del quale la Procura della Repubblica di Paola aveva avviato indagini che accertarono, secondo quanto ha riferito Pacchiani, altissime concentrazioni di nichel, vanadio, cromo esavalente, cromo totale, mercurio, zinco, arsenico, piombo e Pcb.   I difensori degli imputati, prima della deposizione di Pacchiani, giunta dopo mesi e mesi di rinvii, avevano presentato delle eccezioni. Il collegio giudicante ne ha rigettato alcune, riservandosi di decidere su altre.

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