X
<
>

Share
1 minuto per la lettura

«Guinzaglio» non aveva la stoffa per vincere la Tris in programma a Roma il 17 febbraio 2007: i bookmakers davano il cavallo vincente a 85 volte la posta. Eppure quel cavallo è arrivato primo, grazie a una forte dose di droga. La «banda» che ha gestito l’operazione ha incassato migliaia di euro (85 per ogni euro scommesso).   

È uno dei particolari emersi dall’inchiesta, denominata “Tris”, condotta dalla Procura di Potenza e dalla Polizia: le indagini nascono da una «costola» di quelle svolte dall’allora pm del capoluogo lucano, Henry John Woodcock (poi trasferito a Napoli) che nel 2006 portò all’arresto di Vittorio Emanuele di Savoia.   

Sono almeno nove i cavalli per i quali la Procura ha accertato il doping nelle corse: oltre a Guinzaglio, c’è Aramon (per la Tris del 22 dicembre 2006 a Firenze), Andrai (Padova, 19 febbraio 2007), Excelente Gim (Torino, 21 febbraio 2007), Edgar Bi (Torino, 16 maggio 2007), Kelly Greens (Bologna, 19 maggio 2007), Boom D (Supetris di Roma, 1 giugno 2007), Minnesota (Tris di Modena, 6 giugno 2007) e Kensug (Modena, 27 giugno 2007). 

La pm di Potenza, Anna Gloria Piccinini, ha chiesto il rinvio a giudizio per gli indagati, accusati a vario titolo di frode in competizione sportiva, doping e di alcuni casi di minacce ed estorsioni. In pratica la banda – sono state necessarie migliaia di intercettazioni per scoprire la «rete» di complicità e di favoreggiamenti – truccava le corse in tutta Italia, avendo assoldato allenatori, proprietari di scuderie e driver: i cavalli venivano drogati con massicce dosi di medicinali (fino a configurare l’ipotesi di veri e propri maltrattamenti) e poi si agiva per «manipolare» i controlli sanitari, grazie al supporto di laboratori di analisi e veterinari. 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE