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POTENZA – Se vi state chiedendo se per un indagato nell’ambito recente inchiesta Rimborsopoli sia possibile la candidatura alle primarie del prossimo 5 settembre per la presidenza della Regione, non chiedetelo a loro. Al posto di una risposta definitiva, ne avrete varie e diversificate. Il vertice delle forze del centrosinistra che si è riunito ieri doveva essere quello definitivo. Quello dal quale sarebbe dovuta emergere una risposta definitiva sulle pressanti richieste di Sel, Psi, Rifondazione e Verdi che chiedono una scelta di “rottura” rispetto  ai nomi compromessi dalle questioni giudiziarie e politiche che hanno portato la Basilicata alle elezioni anticipate. Ma il tavolo, che sta lavorando a una carta di intenti e che nei prossimi giorni tornerà a riunirsi, il nodo ancora non lo ha sciolto. E forse non lo farà mai esplicitamente. Sel, Psi, Verdi e Rifondazione assicurano che sulla questione non ci sono vie di uscita. E, in caso contrario, minacciano il mancato sostegno alle primarie del 5 settembre. Il Pd sul delicato punto non prende ancora posizione ufficiale. E forse sarà possibile capirne l’orientamento solo a candidature presentate. 
Nel frattempo, però, la discussione all’interno del partito è molto animata. I più agguerriti paladini della via del rinnovamento si sentono il viceministro Bubbico e il deputato Folino che hanno annunciato una serie di iniziative che si terranno tra Potenza e Matera nella giornata di domani proprio per ribadire che non potrà esserci una soluzione di comodo. Ma che i due generali lucani a Roma ne possano rappresentare gli interpreti più autentici non tutti lo credono. Come il senatore Salvatore Margiotta, che, al momento assente dalla scena politica, ma solo fisicamente, dal suo profilo twitter è l’unico dell’area contrapposta ad aver commentato, e neanche in maniera morbida, i passi avanti degli ultimi giorni di deputato e viceministro. E polemicamente che dal suo profilo twitter manda a dire a dire: «Folino e Bubbico per cambiamento. Bene, ma per me sarebbe giusto che continuassero». E ancora: «I protagonisti vogliono cambiare. Ovviamente gli altri. Cambiamento: Petrone e Dalessandro in prima fila». 
Il senatore spiega: «Quando l’accetta è diventata politica sempre e ovunque la democrazia ha perso. E una questione politica maledettamente delicata e complicata. E si risolve con politica. Non con accetta». 
A Speranza spetta il duro compito di trovare una possibile soluzione di mediazione, per evitare che lo scontro si radicalizzi e porti all’implosione. Le notizie che arrivano da Matera fanno pensare al tentativo di una soluzione che – evitando lo scontro diretto Lacorazza-Pittella – consenta di bypassare il problema. 
Per altro senza mettere a rischio la coalizione che sembra disposta a passi indietro, e dalla quale al momento sono fuori Popolari Uniti e Udc che starebbero lavorando a una lista con Scelta Civica. Quanto la linea degli alleati sarà in grado di condizionare le decisioni del Partito democratico sarà chiaro solo nei prossimi giorni.
m.labanca@luedi.it

POTENZA – Se vi state chiedendo se per un indagato nell’ambito recente inchiesta Rimborsopoli sia possibile la candidatura alle primarie del prossimo 5 settembre per la presidenza della Regione, non chiedetelo a loro. 

Al posto di una risposta definitiva, ne avrete varie e diversificate. Il vertice delle forze del centrosinistra che si è riunito ieri doveva essere quello definitivo. Quello dal quale sarebbe dovuta emergere una risposta definitiva sulle pressanti richieste di Sel, Psi, Rifondazione e Verdi che chiedono una scelta di “rottura” rispetto  ai nomi compromessi dalle questioni giudiziarie e politiche che hanno portato la Basilicata alle elezioni anticipate. 

Ma il tavolo, che sta lavorando a una carta di intenti e che nei prossimi giorni tornerà a riunirsi, il nodo ancora non lo ha sciolto. E forse non lo farà mai esplicitamente. Sel, Psi, Verdi e Rifondazione assicurano che sulla questione non ci sono vie di uscita. E, in caso contrario, minacciano il mancato sostegno alle primarie del 5 settembre. Il Pd sul delicato punto non prende ancora posizione ufficiale. 

E forse sarà possibile capirne l’orientamento solo a candidature presentate. Nel frattempo, però, la discussione all’interno del partito è molto animata. I più agguerriti paladini della via del rinnovamento si sentono il viceministro Bubbico e il deputato Folino che hanno annunciato una serie di iniziative che si terranno tra Potenza e Matera nella giornata di domani proprio per ribadire che non potrà esserci una soluzione di comodo. Ma che i due generali lucani a Roma ne possano rappresentare gli interpreti più autentici non tutti lo credono. 

Come il senatore Salvatore Margiotta, che, al momento assente dalla scena politica, ma solo fisicamente, dal suo profilo twitter è l’unico dell’area contrapposta ad aver commentato, e neanche in maniera morbida, i passi avanti degli ultimi giorni di deputato e viceministro. 

E polemicamente che dal suo profilo twitter manda a dire a dire: «Folino e Bubbico per cambiamento. Bene, ma per me sarebbe giusto che continuassero». E ancora: «I protagonisti vogliono cambiare. Ovviamente gli altri. Cambiamento: Petrone e Dalessandro in prima fila». 

Il senatore spiega: «Quando l’accetta è diventata politica sempre e ovunque la democrazia ha perso. E una questione politica maledettamente delicata e complicata. E si risolve con politica. Non con accetta». 

A Speranza spetta il duro compito di trovare una possibile soluzione di mediazione, per evitare che lo scontro si radicalizzi e porti all’implosione. Le notizie che arrivano da Matera fanno pensare al tentativo di una soluzione che – evitando lo scontro diretto Lacorazza-Pittella – consenta di bypassare il problema. Per altro senza mettere a rischio la coalizione che sembra disposta a passi indietro, e dalla quale al momento sono fuori Popolari Uniti e Udc che starebbero lavorando a una lista con Scelta Civica. 

Quanto la linea degli alleati sarà in grado di condizionare le decisioni del Partito democratico sarà chiaro solo nei prossimi giorni.

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