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E’ IL COORDINAMENTO sindacale penitenziario (Coosp) a denuncia un’aggressione avvenuta ieri nel carcere di Matera ad un sovrintendente di Polizia Penitenziaria. 

«E’ l’ennesimo episodio di aggressione nei riguardi dei Poliziotti Penitenziari che nel carcere di Matera si ricorda essere sotto organico di almeno 30 unità» si legge nella nota del segretario Domenico Mastrulli. A farne le spese un sovrintendente di una cinquantina d’anni nel corso dei controlli serali. «La polizia Penitenziaria opera in condizioni di difficoltà di organico a Matera» spiega Domenico Mastrulli, «dove c’è bisogno di un’attenzione diversa dal dipartimento per come è costituito l’istituto penitenziario».

«La cosa più grave è i rischi che si corrono avendo a che fare con detenuti che sono in condizioni psichiatricamente non affidabili, chiedo un intervento del dipartimento e una maggiore attenzione del Ministero».

«Ieri pomeriggio, un detenuto definito psicopatico dopo essere stato accompagnato presso la locale infermeria per una visita medica da parte del Sanitario, al rientro in cella nel  proprio reparto detentivo del tutto gratuita e senza alcuna giustificazione plausibile al vile  attacco personale e fisico ha aggredito con calci e pugni il sovrintendente di servizio che lo scortava buttandolo per terra . Il Sovrintendente colpito in più parte del corpo è riuscito a bloccarlo anche con l’aiuto di altri agenti accorsi alle grida e subito dopo la colluttazione ancora confuso e dolorante, ha raggiunto il locale Pronto Soccorso della città dei Sassi per  le lesioni riportate e cure del caso». Il Coosp parla senza mezzi termini di «un ennesimo fatto increscioso per l’esacerbata  violenza di detenuti che dovrebbero essere custoditi in luoghi protetti sanitari e non nelle Carceri normale».

Per il Coosp «l’Istituto materano ospita nei reparti di prima accoglienza reclusi in stato di infermità mentale e confusionario con una vigilanza di polizia penitenziaria comandata nell’ osservazione ai reparto da un solo agente che oltretutto e responsabile contemporaneamente anche di altri reparti, con una riduzione sostanziale ai minimi livelli l’ordine e la sicurezza dell’Istituto ed espone all’incolumità di tutti gli operatori della Sicurezza che operano nelle carceri della Basilicata».  

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