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PALAZZO SAN GERVASIO – «Uscire dalla violenza è possibile. Insieme ad altre donne è più facile. Con il concorso degli uomini, la conciliazione dei sessi può essere una realtà».

Questo il messaggio lanciato dal Circolo culturale femminile di Palazzo San Gervasio con la manifestazione “Percorsi Sofferti”: un’ideale marcia di donne assenti, perché cancellate dalla violenza di genere, simboleggiata dalle scarpe rosse collocate  sul corso principale della cittadina.

Un modo per  tenere accesi i fari  sul tema della violenza di genere e lavorare per aiutare le donne vittime di soprusi e brutalità ad uscire dal loro travagliato cammino attraverso un suggestivo simbolismo.

Simili manifestazioni si sono tenute in diversi altri centri del Potentino e, in particolare, proprio nel capoluogo, dove le ragazze dell’Istituto “Giorgi” organizzato un festoso corteo per rivendicare il diritto delle donne a essere libere da ogni forma di sopruso o violenza.

Ma anche un modo per  manifestare la propria solidarietà verso quelle donne che hanno subito violenza,  che sono state uccise e per quelle rapite di cui si sono perse le tracce. Per realizzare l’evento di Palazzo San Gervasio è stata coinvolta tutta la comunità locale, le  scuole, le associazioni.

E sono stati in tanti che hanno accolto l’invito del Circolo Culturale Femminile di portare  scarpe femminili non più utilizzate, di ogni tipo  di colore rosso o dipinte di rosso, da utilizzare per allestire l’evento.

«Con questa campagna di mobilitazione vogliamo  sollevare il manto di indifferenza che copre il dolore di tante donne vittime di soprusi – ha evidenziato Maria D’Acunti, presidente del Circolo -vuole provocare un senso di sdegno verso le brutalità perpetrate nei loro confronti.

La violenza sulle donne è un fatto culturale che non deve essere vissuto in solitudine, non deve restare silenzioso, ma riguarda tutta la società.

Pertanto è quanto mai necessario creare un circuito virtuoso fra istituzioni, scuola e associazionismo per diffondere un sistema educativo e di tutela, sensibilizzando l’opinione pubblica verso i valori della dignità e del rispetto della persona».

«Stupro, violenza domestica,  stalking, sono tutte sfumature di un unico fenomeno, il “femminicidio” – ha aggiunto Eliana Maiorella – che rappresenta  la  distruzione fisica, psichica, economica e istituzionale della donna, solo perché è donna».

Insomma, la manifestazione  ha voluto dare voce a quelle donne che non hanno più voce. E per colpire l’attenzione della comunità, oltre alle scarpe rosse, sono stati utilizzati palloncini bianchi. 

A conclusione della manifestazione una trentina di palloncini  si sono alzati in volo verso il cielo per ricordare quelle donne  che non sono sopravvissute alle violenze loro perpretate.

«A loro giunga lontano, in alto il nostro ricordo affettuoso e solidale – ha detto una bambina mentre venivano liberati i palloncini.

Siano esse un faro luminoso per coloro che vivono tragiche esperienze affinchè  possano ritrovare la via della serenità e della pace nel cuore. La vostra storia meritava più ascolto».

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