X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

CROTONE – Si complica la situazione giudiziaria dell’ex sindaco antimafia di Isola Capo Rizzuto, già ai domiciliari nell’inchiesta shock sui presunti rapporti con la ‘ndrangheta (LEGGI). Ora a Carolina Girasole la Guardia di finanza di Crotone ha notificato una nuova ordinanza di custodia cautelare. Insieme a lei coinvolte altre 5 persone. Il provvedimento rientra nell’inchiesta della Dda di Catanzaro sull’appalto per la raccolta dei finocchi sui terreni confiscati alla cosca di ‘ndrangheta degli Arena. Alla Girasole è contestato l’abuso e turbata gara d’appalto con l’aggravante di aver favorito la cosca. 

LA RICOSTRUZIONE: IL TESORO DEI FINOCCHI

IL VIDEO: I TERRENI AL CENTRO DELL’INCHIESTA

Gli altri cinque destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari sono: Nicola Arena ed il figlio Massimo, già detenuti, accusati di abuso d’ufficio con l’aggravante di aver favorito la cosca.Disposti i domiciliari anche per Francesco Pugliese, già detenuto, e l’ex assessore comunale all’agricoltura di Isola Capo Rizzuto nella giunta Girasole, Domenico Battigaglia, entrambi accusati di abuso d’ufficio e turbativa della gara d’appalto insieme all’ex sindaco Carolina Girasole. Nuova ordinanza anche per l’imprenditore agricolo Antonio Demeco, già detenuto ai domiciliari, accusato di abuso d’ufficio con l’aggravante di aver favorito la cosca.

Secondo gli investigatori, già dalla precedente indagine era emerso in maniera evidente il repentino mutamento d’indirizzo da parte dell’Amministrazione comunale pro tempore di Isola Capo Rizzuto che, invece di optare per la soluzione della “frangizollatura” dei terreni (soluzione preferita espressamente dall’associazione Libera Terra assegnataria dei terreni), aveva preferito indire la gara per la raccolta e commercializzazione dei finocchi. 

Dalle indagini era apparso chiaro come la gara fosse stata turbata attraverso la fissazione all’origine di un prezzo base d’asta irrisorio e, in ogni caso, controllata dalla cosca Arena che, di fatto, aveva individuato i soggetti che avrebbero dovuto partecipare (tutte imprese agricole compiacenti), stabilendo anche l’entità delle offerte da presentare, al fine di poterla far aggiudicare ad un proprio prestanome alle migliori condizioni possibili. Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di accertare come prima ancora che la giunta comunale adottasse la delibera di indirizzo nei confronti del responsabile del settore patrimonio dell’Ente per la stesura del bando, il sindaco Girasole e l’assessore all’agricoltura avevano predisposto la bozza di gara anche nei contenuti sostanziali, fissando i prezzi base d’asta in modo del tutto arbitrario ed assolutamente inferiori rispetto ai prezzi correnti sul mercato. L’attività del responsabile di settore è stata quindi espletata in tempi assolutamente ristretti e senza la benchè minima attività istruttoria, recependo acriticamente le indicazioni relative al prezzo base d’asta già stabilite dal sindaco e dall’assessore. Inoltre, le indagini hanno confermato i contatti, anche per interposta persona, tra le figure istituzionali che hanno svolto un ruolo nella vicenda e gli esponenti della cosca Arena che ricevevano notizie riservate e indicazioni utili a permettere loro di porre in essere gli “accorgimenti” che avrebbero permesso di ottenerne l’aggiudicazione. 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE