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REGGIO CALABRIA – Chiara Rizzo, moglie dell’ex parlamentare di Forzia Italia latitante Amedeo Matacena, è stata consegnata dalle autorità francesi alla polizia italiana di frontiera a Ventimiglia. E’ giunta nella città di confine intorno alle 11. Il suo viaggio proseguirà poi in furgone per Genova e in aereo fino a Reggio Calabria, dove l’arrivo è previsto in serata.

«Sono contenta di essere in Italia», ha detto la donna al telefono con la figlia in una breve conversazione dopo essere stata presa in consegna dagli agenti della Direzione investigativa antimafia. Un colloquio di pochi istanti in cui la donna ha semplicemente chiesto alla ragazza come stavano lei e l’altro figlio. Resta valido il divieto ddi dialogare con i suoi avvocati. Non piange, ma i poliziotti più tardi diranno che era «commossa» quando la polizia italiana le toglie finalmente i ferri «perché contrariamente ai francesi – spiegheranno più tardi i poliziotti – mettiamo le manette nei trasferimenti solo se il detenuto è pericoloso».

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Inizia poi il lungo viaggio verso Reggio Calabria. Prima tappa a Roma, dove aspetta il volo Az nelle salette della Dia in aeroporto a Fiumicino. Poi alla fine l’aereo arriva: sale le scalette accompagnata da due agenti, si siede nella prima fila.

Secondo l’accusa, Chiara Rizzo avrebbe gestito le trattative per creare gli appoggi che garantissero al marito il trasferimento verso il Libano, dove avrebbe evitato l’estradizione. Matacena, che è stato condannato in via definitiva per mafia, si trova infatti a Dubai, dove si trova libero. E la moglie, secondo quanto ricostruiscono le indagini, stava operando per scongiurare questo scenario contattando diverse personalità di primo piano, tra le quali il calabrese Vincenzo Speziali jr (LEGGI) e, soprattutto, l’ex ministro degli interni Claudio Scajola, finito agli arresti.

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L’esponente ligure di Forza Italia, scrivono i giudici era completamente «asservito» alle necessità della ex modella che lo ha contattato più volte, come testimoniano le intercettazioni e gli incontri.  «Mia moglie ha perso suo padre, che era coetaneo di Scajola e quindi vede in lui una figura paterna. Mi sembra normale che una donna che si trova in difficoltà vada a chiedere aiuto ad un amico che ha grandi esperienze», ha dichiarato da Dubai Matacena, che ha aggiunto: «Spero che mia moglie riesca a patire questa vicenda senza perdere se stessa. Se lei perdesse se stessa, allora io non avrei più modo di vivere». 

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