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«Mentre c’è chi continua ad utilizzare le trasmissioni televisive per fare populismo noi, benchè esclusi dal video, non rinunciamo al coraggio di una scelta per assicurare un futuro allo stabilimento lucano della Fiat e quindi un futuro certo alle giovani generazioni». Lo ha affermato, in una dichiarazione, il segretario generale regionale della Basilicata della Uil, Carmine Vaccaro, secondo il quale si tratta « di una scelta totalizzante, non più a mezzo servizio: con due modelli la Sata di Melfi (Potenza) può vivere ed aumentare lavoro. Rispetto a quelli che agitano slogan demagogici usando le difficoltà dei lavoratori e bloccando i cancelli, quelli che prediligono la spettacolarizzazione del conflitto, anzichè risolvere i problemi, dobbiamo guardarci dentro di noi e decidere una volta per sempre se Melfi dovrà restare aperta, o chiudere. E siccome siamo un sindacato responsabile dovremo con dignità e franchezza prenderci questa responsabilità. Perchè non possiamo contare su altri». Vaccaro ha sottolineato che «anche a Melfi la Uil sostiene una posizione a favore del lavoro, della stabilità, dell’occupazione, del merito, del salario. Tutto ciò significa partecipazione dei lavoratori al destino dello stabilimento, una condivisione convinta di tutti i lavoratori su quello che sarà il futuro dello stabilimento, una scelta da cui dopo non si potrà tornare più indietro. Dobbiamo realizzare perciò una buona intesa a Torino – e l’interruzione della trattativa non ci spaventa – perchè dovranno essere decisi, tra le altre cose, i nuovi modelli da allocare in tutti gli altri stabilimenti italiani tra i quali Melfi. In vista di quell’aumento di capacità produttiva della fabbrica piemontese preannunciato dall’Ad di Fiat lo scorso aprile, si deciderà di destinare al sito in questione un unico modello in grado di saturare la capacità produttiva, gli attuali livelli occupazionali ed accrescere addirittura nuova occupazione. Da qui potrebbe essere possibile lo spostamento della piccola Alfa dal Piemonte alla Basilicata che noi siamo intenzionati a chiedere e sostenere. A meno – ha concluso Vaccaro – di spiacevoli sorprese che l’Alfa Romeo venga venduta ai tedeschi».

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