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Joseph Yogo

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MATERA – È intrappolato nelle maglie di una burocrazia talmente kafkiana, da apparire disumana ed assurda.
È Joseph Yogo, nigeriano di 44 anni gravemente ammalato di cuore, per questo riconosciuto invalido civile al 80% dall’Inps, oggi vittima di un cavillo informatico che gli impedisce di percepire anche quel misero sussidio di 200 euro mensili, a cui avrebbe diritto da gennaio scorso, dopo una serie vicissitudini umane, sanitarie e burocratiche. Joseph è classificato come “irreperibile” sui freddi terminali dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale, che ha formalmente interpellato l’ente sbagliato per conoscere la sua residenza.

Infatti, l’Inps ha chiesto al Comune di Bernalda dove viva e risieda Joseph; peccato che l’uomo si è trasferito nel 2016 per andare a vivere a Matera, dove oggi da poco è anche residente, con un regolare permesso di soggiorno valido fino al 2023. Quindi, com’è logico che sia, l’Anagrafe del Comune di Bernalda ha risposto che il povero nigeriano è “irreperibile”. Una parola impressa col fuoco sui terminali Inps, tanto da superare ogni buonsenso.

Quindi, Joseph, che vive, lavora e risiede formalmente a Matera dal 2016, è un invisibile all’Inps, che pure ne ha seguito ed analizzato la storia sanitaria fino al 2020; tanto da riconoscergli l’invalidità civile; ma poi ha sbagliato (sì proprio così, ha sbagliato), interpellando l’Anagrafe che non può più averlo in carico. Un errore, quello dell’Inps, che l’Istituto stesso oggi non vuole correggere, condannando questo povero uomo alla perdita del sussidio accordato. Ormai il 2020 è andato perso per il povero invisibile (ma solo all’Inps), e si rischia di perdere anche i primi mesi del 2021.

Il caso, oggi ricostruito puntualmente dal Quotidiano, è stato sollevato dal dottor Erasmo Bitetti, che da circa 5 anni si prende cura di quest’uomo rimasto solo, in un Paese che a volte sembra civile solo sulla carta.

Un uomo di soli 44 anni, ma già duramente provato dalla vita, dopo aver perso due figli gemelli nell’assurda guerra fratricida che dilania la Nigeria, ed aver scoperto solo di recente di avere ancora la moglie in vita. A lei, da circa un anno e mezzo, vorrebbe inviare un pacco di aiuti alimentari e altro; ma la stessa burocrazia che lo imprigiona, gli impedisce anche questo. La sua storia assurda inizia nel 2014-2015, quando arriva in Basilicata in cerca di fortuna, fuggendo alla guerra.

Joseph resta nel centro di accoglienza di Metaponto lido, gestito dalla coop materana “Polis”, fino al 2016. Poi viene trasferito nel centro di via Cererie a Matera, dove viene ospitato fino a quando scopre di avere una grave malattia cardiaca, che rischia di provocargli la morte improvvisa. «Mi sono attivato subito per aiutarlo -ci racconta il dottor Bitetti- e tra febbraio e marzo 2020 è stato operato nell’ospedale di Matera.

Appena dimesso, abbiamo inoltrato con il Patronato la domanda per ottenere l’invalidità civile. A settembre 2020, la Commissione provinciale Inps gli ha riconosciuto una invalidità del 80%, quindi ci hanno garantito che nei tempi tecnici previsti gli sarebbe stato corrisposto l’assegno mensile. Nel frattempo ci siamo mossi per la sistemazione logistica: serviva un certificato di residenza a Matera, ma per ottenerlo ci voleva il permesso di soggiorno, senza il quale Joseph non avrebbe potuto stipulare un regolare contratto di affitto, senza il quale non avrebbe potuto di conseguenza avere il permesso di soggiorno».

Un rompicapo assurdo, dal quale il dottor Bitetti ha aiutato l’uomo ad uscire: «Sì perché oggi Joseph vive gratuitamente in un mio ex ambulatorio, che ha personalmente imbiancato e sistemato. Con tanta fatica, solo di recente siamo riusciti a fargli ottenere un regolare permesso di soggiorno fino al 2023, e dal 26 gennaio è anche formalmente residente a Matera, con regolare certificazione».

Tutto bello, fino al 18 marzo scorso, vigilia dell’onomastico di Joseph, quando il Patronato riceve la comunicazione dell’Inps: “Il signor Yogo non può ricevere l’assegno mensile di invalidità, perché risulta irreperibile, come attestato dal Comune di Bernalda”. Un marchio d’infamia per il povero nigeriano, che finora non è riuscito a far capire all’Inps, che pure ne ha analizzato la documentazione medica e lo ha fisicamente visitato, che è visibile e residente a Matera, unico Comune in grado di certificarlo. Infatti, è ovvio che il Comune di Bernalda lo dichiari irreperibile: lui di fatto dal 2016 non vive più là. Un concetto semplice, rimasto a girare come una biglia impazzita nei terminali dell’Inps, dove probabilmente buonsenso e umanità sono merce rara.

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