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Una delle «mode» del momento «è quella dell’insulto, principalmente a sfondo etnico-razziale: così, non ci sorprendiamo più quando nelle piazze (virtuali e non) e in molti stadi vediamo scritte ed insulti di ogni tipo».

Così il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza (Pd), su Facebook, in riferimento a un articolo pubblicato «sulle pagine del “Foglio”, dove una non meglio precisata fonte Eni – secondo Lacorazza – avrebbe riferito che “a causa dell’estremismo ecologista l’Eni potrebbe anche andarsene dalla Basilicata cosicché, dove Rocco Scotellaro celebrava l’uva puttanella, ornerebbero finalmente i pecorai e i morti di fame”».

Per il presidente dell’assemblea lucana «francamente non si capisce il riferimento ai pecorai. Voleva essere un insulto? Non è riuscito molto bene, allora», e rivolge un «avviso ai naviganti: se volete parlare di cose serie, di petrolio, ambiente e salute, facciamolo. Ce n’è bisogno e credo che, al di là delle differenti “visioni” e delle trasmissioni televisive, dei dati più o meno giusti e delle opinioni di tutti, le istituzioni debbano ascoltare e rendere conto del proprio operato. Sempre. Ma per favore lasciamo stare i pecorai, i morti di fame e un passato che forse, anche quando – ha concluso
Lacorazza – viene evocato scomodando i poeti della cultura contadina, si dimostra di non conoscere poi tanto bene». 

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