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Domenico Acerenza, uno dei simboli dello Sport della Basilicata

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Lo sport non abita in Basilicata. Né sotto il profilo delle strutture né sotto il profilo dello sport di squadra o individuale e del rapporto nella società. È davvero desolante il quadro che emerge da una graduatoria sull’indice di sportività che ha coinvolto le province italiane e che è stato realizzato da Pts e pubblicato ieri su “Il sole 24 ore”.
Potenza è al 93/o posto, Matera al centesimo, in una parte finale della classifica che, dal 92/o posto, comprende soltanto province del Mezzogiorno d’Italia. Una graduatoria che di fatto penalizza in termini numerici la Basilicata che rimane nelle postazioni di coda senza alcuna possibilità di riuscire in qualche modo a poter risalire la china.

L’indice di sportività «misura la qualità e la diffusione dello sport a livello provinciale”: ai primi tre posti della classifica vi sono Trento, Bolzano e Trieste, seguite poi da altre realtà del Nord come Cremona, Bergamo, Aosta, Milano, Sondrio, Varese e Treviso.

Le province lucane non brillano con Potenza che si salva per quanto riguarda lo sport di squadra risalendo al 65esimo posto nazionale grazie evidentemente alla presenza di formazione come il calcio di serie C (presenza doppia a Potenza e Picerno) o la stessa pallavolo di A2 a Lagonegro che riescono a fare la differenza.
La ricerca è basata su quattro aree tematiche: struttura sportiva, sport di squadra, sport individuali e sport e società.

SPORT IN BASILICATA, LE CARENZE STRUTTURALI

Nella struttura sportiva, Potenza e Matera sono fra le dieci peggiori province d’Italia: Potenza al centesimo posto, Matera al 102/o. Negli sport di squadra, Matera (98/a posizione) è la prima delle peggiori dieci; infine, in sport e società, Matera è al 104/o posto e Potenza al 105/o (peggio fanno soltanto Nuoro e Sud Sardegna). Una situazione evidentemente mortificante perché da un lato penalizza una realtà che pure sullo sport voleva puntare o avrebbe dovuto farlo visto che Potenza è città dello sport ad esempio.

Ma sottolinea anche il passo all’indietro fatto negli ultimi anni nelle realtà regionali che hanno perso punti di riferimento di vario tipo basti pensare alla lunghissima militanza del Melfi nei campionati nazionali professionisti di calcio, alla discesa del Matera. Alla perdita di punti di riferimento in sport come il basket e la pallavolo che hanno visto diverse squadre lucane protagoniste negli anni passati. Una discesa vera e propria che si aggiunge a quelli che sono poi i problemi atavici della regione che riguardano la mancanza di strutture, la difficoltà anche a garantire l’attività di base con l’aiuto indispensabile delle palestre scolastiche per non rendere sostanzialmente ingestibile la situazione.

La mancanza di strutture e i limiti dimostrati nel tempo che hanno portato indietro, in cosa sostanzialmente Potenza e Matera è confermato anche dall’uscita di scena per la mancanza di una struttura adeguata ad esempio del calcio a 5 che oggi non ha più in Basilicata nemmeno la serie A1. Le realtà che continuano a promuovere la pratica sportiva, a sostenere anche gli atleti individuali spesso costretti ad andare altrove scarseggiano. La Basilicata occupa i posti da fanalino di coda. E stavolta la controtendenza non c’è. Lo sport non abita da queste parti.

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