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Gli assembramenti nei pressi delle tende del Qatar lo scorso lunedì

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«È STATA l’ennesima occasione per dimostrare mancanza di attenzione e cura per le più elementari regole che tutti i cittadini stanno osservando per evitare contagi».
Non va per il sottile il Consiglio direttivo dell’Anci Basilicata che ha severamente criticato le modalità con le quali il presidente della Regione Bardi ha invitato i lucani ultra 60enni a farsi vaccinare «alla rinfusa» presso le tende del Qatar a Potenza e Matera.
«Non servono molte parole – è spiegato nel comunicato stampa – per commentare il disastroso esempio di pressapochismo e di vera e propria irresponsabilità fornito dalla Regione».
Il direttivo non risparmia forti critiche alla giunta guidata da Bardi.

«Nessuna preventiva informazione al personale sanitario addetto e ai servizi di supporto. – scrivono – Con l’esito più che prevedibile di assembramenti che in altre situazioni sarebbero stati sanzionati innanzitutto ai danni di chi li aveva provocati. Nel corso di questi primi mesi del 2021, i sindaci lucani hanno prestato la loro opera per effettuare le vaccinazioni in tutti i 131 comuni della nostra regione ai cittadini ultra 80enni. In un clima di grande collaborazione con le Aziende Sanitarie di Potenza e Matera e con i 9 Distretti Sanitari, gli amministratori locali si sono fatti carico di ogni aspetto logistico ed operativo predisponendo locali idonei appositamente sistemati e sanificati, personale per il controllo dei flussi coordinando l’encomiabile lavoro del personale sanitario, della protezione civile e delle associazioni di volontariato a tutti i livelli.

I comuni hanno sostenuto tutte le spese per la pulizia dei locali, la sanificazione, il trasporto, il trattamento dei rifiuti e non hanno ricevuto alcun rimborso di tali spese. I Sindaci continuano nel loro impegno per realizzare lo screening della popolazione, in particolare quella scolastica, in modo da poter supportare la cittadinanza in attesa della vaccinazione». Il direttivo arriva poi al nocciolo della questione e cioè che la Regione «continua ad operare ignorando i sindaci.

Dovremmo essere tutti consapevoli che siamo chiamati ad uno sforzo immane e di lungo periodo. Neppure con la vaccinazione di tutta la popolazione potremo ritenerci al sicuro: dovremo continuare a proteggere le popolazioni dal virus e probabilmente la stessa vaccinazione dovrà essere ripetuta nei prossimi anni. Dunque è indispensabile che la Regione assuma un comportamento a tutti i livelli decisionali ed operativi proporzionato alla severità del problema. Fughe in avanti, azioni propagandistiche servono, come dimostrano diversi episodi che si sono verificati nei 12 mesi che abbiamo alle spalle, soltanto a creare confusione e disorientamento nelle popolazioni». Da qui l’invito a intraprendere la strada maestra che è quella della collaborazione istituzionale.

«Si tratta di pianificare un percorso che sia un binario certo dei ruoli, delle competenze, della logistica, del personale e delle risorse finanziarie necessarie. Si tratta di avere i comuni, attraverso l’Anci, pienamente integrati nella cabina di regia al fine di determinare una piena condivisione e coordinamento istituzionale che producano il massimo di uniformità applicativa per i cittadini». Nella nota si ricorda come il 30 marzo scorso il direttivo ha discusso delle diverse questioni con il Direttore Generale della Sanità Regionale, Esposito in particolare: «sulla necessità di rendere capillare la presenza di punti vaccinali dopo la buona esperienza della somministrazione dei vaccini agli over 80.

Siamo anche consapevoli delle difficoltà logistiche ed operative nell’ipotesi di riproporre puramente e semplicemente quella modalità. Ma siamo altrettanto convinti che sia necessario far “atterrare” un piano vaccinale che tenga conto delle peculiarità del nostro territorio, del grande numero di piccoli comuni dove la popolazione rarefatta spesso annulla i nuclei familiari e richiede supporti comunitari ulteriori, dell’opportunità di pieno e consapevole coinvolgimento dei medici di base, dei farmacisti, dei dentisti che hanno offerto a loro volta disponibilità alla collaborazione». «In questo senso, mentre prendiamo atto della decisione di istituire ulteriori punti vaccinali nei comuni con più di 10.000 abitanti oltre quelli già previsti, potremmo sperimentare una nuova modalità che passi attraverso la piena responsabilità delle autorità e locali e della sanità territoriale, anche in vista degli ulteriori futuri impegni su questo fronte.

Sul fronte nevralgico della comunicazione il Presidente Bardi deve sfuggire alla sindrome del “cinguettio” che non si addice ad una figura istituzionale che deve offrire comunicazioni certe ai cittadini che devono sottoporsi a vaccinazione, avendo preventivamente predisposto l’organizzazione necessaria. Chiediamo la copertura dei costi della logistica e del personale comunale impegnato negli ultimi mesi, così come è necessario individuare forme di sostegno finanziario ai Volontari di Protezione Civile e alle altre associazioni di volontariato che non possono reggere uno sforzo così prolungato nel tempo». «Ancora una volta – conclude la nota – l’Anci chiede di poter interloquire con la Regione in modo da poter contribuire a sostenere le nostre popolazioni in questo difficile momento».

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