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POTENZA – I voucher crescono, sebbene a una percentuale inferiore alla metà rispetto all’anno scorso: i dati dell’Osservatorio dell’Inps sul precariato fotografano così il fenomeno in Basilicata, nel giorno in cui il ministro Poletti annuncia una revisione dello strumento legislativo, che da tempo i sindacati denunciano come leva per una precarizzazione spinta del lavoro azionata in maniera spesso spregiudicata e deregolamentata.

LEGGI I DATI DI LUGLIO  DELL’OSSERVATORIO

Colpisce come anche da questa angolazione il Sud e il Centro-nord risultino come parti di due Italie divise da una cesura, e di “buono” c’è che ancora una volta la Basilicata, in questo scenario, si distingue tra le isole felici su scala areale: Campania e Sicilia guidano la classifica di voucher nominali venduti nel periodo gennaio-ottobre 2016 (rispettivamente l’Inps registra una variazione del +51% e del 43,7% rispetto allo stesso periodo del 2015), seguite da Toscana e Lombardia (+39,3% e +36,6%).

La Basilicata, col suo +27,3% di aumento di voucher rispetto all’anno scorso (quando la crescita era schizzata al 63%) si colloca sotto la media nazionale (+32,3%) e in linea con la Calabria (+27,2%) e la Sardegna (+24,1%), mentre Puglia e Molise hanno un leggero picco (rispettivamente +29,7% e +30,4%).  

GLI ALTRI INDICATORI: ASSUNZIONI Nel frattempo crollano i nuovi rapporti di lavoro: -12,8% rispetto al 2015 nel dato generale, quasi il doppio rispetto alla media nazionale che si attesta al -6,7% (in particolare in Basilicata colpisce il -34,3% nelle assunzioni a tempo indeterminato, dato peggiore della media nazionale che si attesta a -32,1%). Qui la regione va decisamente peggio delle regioni confinanti, almeno se si guarda ai dati delle assunzioni – nel complesso – di Campania (-9,6%), Puglia e Calabria (-6,7%), Sicilia (-5,2%) e persino del Molise (-11,8%).

Se le assunzioni «a termine» e «stagionali» non subiscono variazioni significative nel triennio 2014-2016, si registra un picco relativamente a quelle «in apprendistato»:  erano 970 nel 2014, si sono contratte a 685 l’anno scorso e sono letteralmente esplose – quasi raddoppiando – a ottobre 2016, arrivando a toccare 1.122 unità. Quasi il doppio rispetto al 2015. Peggio della Basilicata fa solo il Lazio: -13,4% nel complesso delle assunzioni.

TRASFORMAZIONI E CESSAZIONI E non c’è da esultare nemmeno per quanto riguarda le «variazioni contrattuali di rapporti di lavoro» sempre su scala triennale 2014-2016: calano le trasformazioni da rapporti a termine in tempo indeterminato (1.939 e 2.389 nel biennio 2014-15, solo 1.721 nel 2015: il peggioramento è minimo ma costante, in questo come negli altri parametri). Gli apprendisti trasformati a tempo indeterminato sono stati 288 nel 2016 (erano 290 l’anno scorso e 251 nel 2014). Ma nel complesso le trasformazioni calano del 25% in Basilicata, meno della media nazionale (-29,4%) ma nella media del Mezzogiorno (tra le regioni confinanti solo la Calabria fa peggio: -29,8%).

Diminuiscono, però, anche le cessazioni: -5,7%, ma nel Sud tutte le regioni hanno performance nettamente migliori eccetto il Molise (-9,5%), e la media nazionale è quasi un punto sopra (-4,6%).

GLI INCENTIVI Le assunzioni a tempo indeterminato instaurate con la fruizione dell’esonero contributivo previsto dalla legge 208/2015 sono state in Basilicata 10.874 nel 2016: per il dato non esistono tendenze in percentuale perché non hanno avuto modo di sedimentarsi.

Mentre l’Osservatorio Inps snocciola il dato delle «trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine instaurate con la fruizione» di quella stessa legge: nel 2016 in Basilicata sono state 971.

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