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POTENZA – Le retribuzioni medie mensili dei lavoratori lucani dipendenti del settore privato sono di circa 700 euro inferiori rispetto a quelle dei lavoratori lombardi, 500 euro mensili in meno di quelle dei lavoratori piemontesi ed emiliani. Lo riferisce la Uil Basilicata che, avvalendosi dei dati Inps pubblicati nell’Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato, ha elaborato uno Studio incentrato sull’analisi delle retribuzioni medie mensili delle lavoratrici e lavoratori riferite all’anno 2018.

«Si tratta – precisa la Uil – di una mappatura che, seppur non esaustiva della totalità dell’occupazione dipendente (sono infatti esclusi gli operai agricoli e domestici), intende fotografare la composizione geografica, per qualifica, per genere e per età di tale tessuto occupazionale, ponendo particolare attenzione a come questi indicatori influiscano sulle retribuzioni medie mensili di ogni lavoratrice e lavoratore».

«Nei dati emergono alcuni elementi di criticità divenuti strutturali nel nostro mercato del lavoro: il divario retributivo di genere a parità di qualifica ed una bassissima presenza femminile nelle qualifiche più alte; un Mezzogiorno caratterizzato da retribuzioni medie mensili più basse rispetto al Centro-Nord, ciò dovuto anche ad una forte componente di lavoro part-time che riduce le giornate retribuite».

Per tornare alla Basilicata, che si colloca al quart’ultimo posto della graduatoria tra le regioni d’Italia, le retribuzioni medie ammontano a 1.243 euro (Lombardia 1.944 euro, Piemonte 1.738 euro, Emilia 1.730 euro) con forte differenza tra lavoratori Full Time (circa 1.600 euro al mese) e Part Time (632 euro al mese). «I dati accompagnati da tabelle e grafici – commenta il segretario regionale della Uil Vincenzo Tortorelli – sono molto più eloquenti di tante parole ed analisi, ma alcune riflessioni meritano di essere fatte. Innanzitutto per la Uil sono questi temi su cui occorrerà continuare a lavorare con costanza, cercando di ridurre, fino ad eliminare, le disparità di genere e territoriali».

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