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A rischio, ora ci sono circa 200 posti di lavoro. Quelli di tutti gli addetti al servizio di pulizia, sanificazione e ausiliariato impegnati non solo al Madonna delle Grazie di Matera, ma anche a Tinchi e Policoro. La tegola sulla testa dei lavoratori è arrivata nei giorni in cui si stava preparando lo sciopero di circa 70 lavoratori dell’ospedale di Matera per la vertenza che va avanti da tempo senza soluzione con la Epm, impresa napoletana che si è aggiudicata il bando della Asm.

I sindacati, infatti, nei giorni scorsi hanno ricevuto una nota dell’azienda nella quale si specifica che «La Asm di Matera ad oggi in merito ai lavori extra contrattuali pur regolarmente autorizzati, non ha provveduto al pagamento delle fatture emesse riferite al 2020 e 2021. Nostro malgrado – si legge ancora – provvederemo ad attivare nell’immediato una procedura di licenziamento per le unità lavorative adibite a tale attività».
La prospettiva che trasforma questa vertenza in una vera bomba sociale, è confermata da Emanuela Sardone di Fisascat Cisl: «L’esito negativo di ogni trattativa si era avuto già negli incontri avvenuti nei primi giorni di luglio. In quella sede – spiega – l’azienda aveva sostenuto di voler applicare il contratto collettivo secondo i propri criteri che, secondo l’Ispettorato del Lavoro non è conforme alle norme previste.

Nonostante tutto l’azienda non solo non ha risolto i problemi ma ci ha fatto pervenire la nota in cui annuncia i licenziamenti collettivi per i dipendenti di tutte le sedi che compongono l’appalto».
La vertenza, dunque, rischia di implodere se si considera che, a monte della protesta dei sindacati dei lavoratori, ci sono i adempienze che, come si legge in una nota congiunta della segreteria regionale di Fisascat Cisl e provinciale di Filcams Cgil, riguardano la “Non corretta individuazione dell’orario giornaliero delle maestranze, la mancata fruizione di tutti i riposi previsti dal contratto collettivo, il mancato pagamento della maggioranza del 25% in caso di prestazione lavorativa nella sesta giornata e la non equa ripartizione del riposo domenicale”.
La procedura di licenziamento potrebbe avere diversi esiti. Lo spiega ancora Emanuela Sardone: «Potrebbe verificarsi una riduzione delle ore che interverrebbe su lavoratori con contratti già part-time e orari di lavoro di circa 25 ore settimanali; questo vuol dire un ulteriore taglio che graverebbe seriamente sulle loro vite». La Epm è aggiudicataria del servizio ma fin ad ora le violazioni al contratto, segnalate anche in incontri in Prefettura, avrebbero dovuto essere verificate in termini di regolarità dal committente ovvero la Asm di Matera.


«Il contratto di affidamento – prosegue la sindacalista – è previsto in modo inequivocabile il rispetto del contratto collettivo nazionale. Alla luce dell’intenzione di Epm di procedere al licenziamento – conclude – Ora informeremo i lavoratori per spiegare loro in cosa consiste la procedura che Epm vuole avviare. Poi procederemo a passaggi con l’Ispettorato del lavoro per eventuali ispezioni. Non trascureremo incontri con la Asm e il ricorso a Corte dei Conti o Procura se dovessero ravvisarsi eventuali irregolarità nell’appalto».

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