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MATERA – Sarà sgomberato stamane, il ghetto di Serramarina di Bernalda, che ospita 50 braccianti agricoli nordafricani da circa un anno e mezzo, ovvero dallo sgombero del grande assembramento a La Felandina.
È la seconda volta, dopo Boreano, che un ghetto viene sgomberato in modo pacifico, essendoci già un’alternativa legale pronta e disponibile, quindi senza disagi per operatori e braccianti. I migranti si erano rifugiati in un casolare in costruzione, poi abbandonato, facendolo diventare la loro casa, con l’avvicendarsi mensile delle persone.

L’operazione di regolarizzazione, è stata possibile grazie all’attenzione della commissaria prefettizia, Maria Rita Iaculli, che amministra il Comune di Bernalda, in collaborazione con le associazioni di volontariato locale. I braccianti saranno tutti trasferiti nell’albergo convertito in centro di accoglienza, a Macchia di Ferrandina. Resta ancora aperta e senza una ragione, la questione dell’altro centro materano, presso l’ex “Rajo de Luna” a Marconia di Pisticci. Lì da circa un anno e mezzo, la cooperativa bernaldese “Polis”, che fa parte dell’associazione temporanea di imprese, coordinata dalla coop “Le Rose di Atacama”, avrebbe dovuto avviare un altro centro di accoglienza, usufruendo di fondi pubblici già stanziati, nell’ambito dei progetti di cooperazione internazionale. Invece, i centri di Palazzo San Gervasio e Macchia di Ferrandina sono partiti, ma di Marconia non c’è ancora traccia.


«Lo sto denunciando da mesi -ci ha ribadito Pietro Simonetti del Tavolo nazionale anti caporalato- ho fatto diverse segnalazioni formali alla prefettura, perché qui siamo in presenza di una palese inadempienza contrattuale, ma finora non c’è stato nessun riscontro, nè si sa perché non parte Rajo de Luna. Intanto, tantissimi braccianti metapontini, che avrebbero potuto essere accolti dignitosamente lì, sono stati costretti a rifguarsi a Serramarina, da dove stamani saranno sgomberati, e molti sono ancora sotto i cavalcavia di Metaponto.


È quantomai necessario -prosegue Simonetti- che i capi Ati de Le Rose di Atacama, facciano un pò di ordine, per recuperare i 150 posti che il Metapontino deve garantire, anche attraverso l’avvio di questo centro di Marconia, atteso ormai da circa un anno e mezzo. E si dovrebbero dirottare sul Metapontino anche i 40 posti, attualmente bloccati a Potenza».


Il progetto finanziato dall’Unione europea per l’eliminazione dei ghetti, in particolare nel sud, ha previsto un finanziamento di oltre 500mila euro nell’area metapontina per il periodo agosto-dicembre 2021, per dare un tetto e servizi ad almeno 150 persone. Alla data odierna sono solo 20 le persone ospitate nel Centro di Ferrandina, a cui si aggiungeranno i 50 di oggi. Gli altri siti proposti dall’Ati che si è aggiudicata la gara sono chiusi, come quello di Marconia, vuoto quello di Potenza, accreditato per eventuali positivi nel progetto per il Metapontino.

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