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MATERA – Il progetto della Casa delle Tecnologie a Matera equivale a risalire le acque di un torrente. Inaugurato con una cerimonia-farsa l’1 novembre del 2019 dalla precedente amministrazione, per poi rimanere tristemente chiuso, l’Hub di San Rocco simbolo dell’ingresso di Matera nel mondo della nuova tecnologia, vive oggi una fase in cui è necessario dotarlo di strumenti, infrastrutture e elementi tali da far pensare che effettivamente è il momento di partire. Il vice sindaco e assessore all’Innovazione Alberto Acito lo sottolinea più volte mentre mostra quello che diventerà la struttura che, insieme al Palazzotto del Casale ospiterà laboratori, spazi di co-working e aule per la formazione. Tutto, spiega, sarà pronto entro la fine dell’anno e sarà preceduto da incontri fra professionisti del settore e giovani imprenditori con la voglia di investire in nuove tecnologie per migliorare le prestazioni delle loro aziende.

Ancora sospeso, invece, il discorso che riguarda la sede di via Ettore Maiorana che, al momento, è ancora in attesa della conclusioni delle operazioni di bando assegnate alla Provincia di Matera. E’ il presidente Piero Marrese a assicurare che le procedure sono già in fase avanzata e entro ottobre verranno concluse. Spetterà poi al Comune indicare un cronoprogramma preciso per la nascita dell’edificio sviluppato su oltre 3000 metri quadrati, che nelle intenzioni dovrebbe ospitare anche spazi per le produzioni cinematografiche che, a Matera, per ora, si fermano alle sole riprese e necessitano di un indotto qualificato.
Nei 1800 metri quadrati di San Rocco, nel frattempo, i lavori, secondo quanto previsto da delibere delle scorse settimane, vanno avanti: sono in arrivo mobili, attrezzature specializzate e porte blindate. Solo per questi aspetti (per porte, infrastruttura di rete, arredi, robotica, videwall, dispositivi informatici) il Comune investirà 700 mila euro. Si tratta di una misura necessaria come spiega ancora Acito, richiesta dal valore dei macchinari che verranno utilizzati nei laboratori sulla sperimentazione 3D, blockchain e quantum key istribution, robotica 3D, applicazioni 5G, creazione di competenze di base e “Gemello Matera” del Cnr.

Nelle sale adibite ai piani superiori, i macchinari consentirannpo di lavorare sull’agricoltura di precisione, le nuove tecnologie, e l’edilizia. Uno degli strumenti più rivoluzionari, infatti, è una stampante capace di realizzare cemento in 3D. Una sfida che passa non solo attraverso l’innovazione ma anche attraverso investimenti che per l’intero progetto prevedono un finanziamento di 15 milioni e che nel caso dei laboratori investono una somma complessiva di 6.546.016,67 euro , di 3.279.008,00 per la formazione e di 2.874.975,33 per il Gemello digitale che ricreerà in realtà virtuale tutta la città di Matera consentendo simulazioni di interventi su strade e edifici ma anche in altri ambiti. Esempi che, secondo l’assessore, potrebbero diventare esempi tanto che a fine ottobre ne parlerà a Roma in un congresso promosso da una multinazionale della telefonia.


Matera, però, deve ancora fare i conti con un cablaggio che nel tempo si è trasformato in disputa fra aziende e ha lasciato aree della città completamente sprovviste di collegamenti. Un handicap che, parlando di nuove tecnologie, è come una porta sbattuta in faccia. «Stiamo valutando con Telecom se è possibile intervenire utilizzando le caditoie della città per poter completare le operazioni – garantisce il vice sindaco.
Partner dell’amministrazione comunale in questo percorso sono l’Università di Basilicata, il Politecnico di Bari e il Cnr, oltre a una serie di realtà di settore già pronte a incontrare imprenditori, professionisti e scolaresche negli spazi che a S. Rocco stanno già allestendo per rendere concreta la collaborazione col mondo della scuola.

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