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MATERA – Il lavoro, oggi, è concentrato sulla Ocean Race di Genova, rassegna velistica prevista nel 2023 con un calendario di iniziative propedeutiche che gireranno il mondo. Paolo Verri parla dalla sua casa di Torino degli anni materani, dieci per la precisione.

Come trova la città, oggi?
«E’ ancora più bella e anche se mi sono stupito che il G20 a Matera sia stato quello dell’economia e non della cultura. Una nazione lungimirante avrebbe fatto un’altra scelta».


Nel 2019 lei consigliava, visitando la città, di visitare una mostra, assistere a uno spettacolo, passeggiare, incontrare un cittadino. Oggi cosa suggerirebbe?
«Oggi manca la governance. Quei gesti di cui parlavo erano legati alle cose che avevamo realizzato».


Quindi, oggi, secondo lei, manca una organizzazione?
«No. La Fondazione Matera-Basilicata 2019 c’è, ma non è più indicata come soggetto principale attorno al quale ruota la vita culturale della città».


Cosa è successo per far perdere alla Fondazione la sua centralità?
«La Regione già da tempo si era disinteressata dal progetto, giovandosi del fatto che fosse già in pista. La Basilicata d’altronde è come un grande comune diviso in 131 quartieri. Il nuovo sindaco di Matera, poi, non ha trovato sponda nella Regione per dare continuità a quel percorso».


Quindi la Fondazione Matera-Basilicata 2019, secondo lei, ha assunto gli oneri mentre la Regione ha tentato di prendersi solo gli onori?
«Sì. A Matera, nel 2019, non si veniva solo per la città ma per vedere eventi prodotti in un certo modo. Quello avrebbe dovuto essere il primo di dieci anni dell’attività successiva da prevedere. Invece la discussione si è sviluppata su chi mettere, sui soldi, sul direttore e altri temi…e nel frattempo si è perso un anno».


A bocce ferme, nel suo ruolo all’interno della Fondazione, oggi può attribuirsi qualche errore che ha condotto all’attuale stasi culturale?
«Quelli politici li ho segnalati: avevamo cominciato con una governance inclusiva: Salvatore Adduce aveva messo maggioranza e opposizione nella stessa stanza per lavorare alla candidatura con i contrasti che venivano sanati all’interno. A un certo punto è arrivato Marcello Pittella che ha deciso che quel modello non andava più bene, che bisognava decidere tutto in chiave regionale, portando a una distruzione di quel percorso, completata dall’elezione del sindaco Raffaello de Ruggieri che voleva distruggere anche il programma. Per fortuna, non sono riusciti nel loro intento e a un certo punto si è dovuto richiamare Adduce per recuperare la capacità di tenere insieme le persone e me e il mio gruppo per fare quello che avevamo progettato, con un anno di tempo in meno. L’Apt di Basilicata, condotta da Mariano Schiavone in maniera indegna sobillato da una certa parte di regionalismo, poi, ci ha fatto un’opposizione totale. Per fortuna il nostro programma era grande, le persone coinvolte così brave e i cittadini partecipi che tutto questo non si è visto. Finito il 2019 non essendoci chi ha raccolto quella parte e essendo intervenuto a l’effetto Covid, si è trasformato un piatto di pasta al dente in colla».


Osservando a distanza quello che accadeva a Matera nel tempo trascorso, ha mai pensato a cosa avrebbe voluto fare?
«Questo effetto ha reso ancora più chiaro il fatto che programmi di lungo periodo con una governance strutturale, sono fondamentali. Se fra il 2011 e il 2013 non avessimo fatto un progetto con solidissime fondamenta, non avrebbe retto. Il mio consiglio è mettersi al più presto tutti nella stessa stanza, a cominciare dal Presidente della Regione che non si fa mai vedere, dal sindaco che ha un bel piglio e buona volontà e concretezza, al presidente della Camera di Commercio, all’Università, all’Apt che conta sulla capacità intellettuale di Antonio Nicoletti e si approfitti della pandemia, come accade ovunque, per ripartire. Tutto questo senza buttare il bambino con l’acqua sporca, dimenticando tutta la qualità che è stata prodotta».

Come giudica il clima fra i cittadini, che oggi guardano in modo critico all’esperienza del 2019?
«Bisogna pensare a quei giudizi guardando alla cura che viene proposta. Raffaello de Ruggieri, avrebbe potuto far bene il sindaco se non si fosse incaponito a scrivere i progetti. Quelli che ha fatto con Invitalia vanno bene? Matera oggi è riqualificata ma ci sono cose progettate da lui che non andavano bene nemmeno negli anni ‘70. Benedico il giorno in cui abbiamo deciso di non prendere Invitalia per fare la Cava del Sole che oggi potrebbe essere uno spazio per tutto il Sud».

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