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Lucia Annunziata, Giuseppe Conte, Elly Schlein e Roberto Speranza alla presentazione del libro di quest'ultimo

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POTENZA – Sono arrivate come una doccia fredda sul Pd e sul re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo, le parole del leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, ieri alla presentazione del libro – testimonianza sulla gestione della pandemia dell’ex ministro Roberto Speranza. Cosa manca all’intesa col Partito democratico sul candidato governatore in Basilicata? E’ questione di «ostacoli da rimuovere per costruire progetti solidi e coerenti, e per trovare i migliori interpreti». Parole di chiusura all’idea di un’alleanza a tutti costi con i democratici in vista delle prossime elezioni regionali in Basilicata, pronunciate da Conte davanti alla segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, allo stesso Chiorazzo, seduto in prima fila al fianco dell’ex ministro Pierluigi Bersani, e allo stato maggiore del Nazareno.

Dopo mesi di tensioni scatenate dalla discesa in campo di Chiorazzo, e dal sostegno dichiarato dai democratici contando proprio su un’ipotetica sponda dell’ex premier. Fino alla rivolta della “base” del Movimento lucano e allo scontro, più recente, sul tentativo dei democratici di rilanciare la candidatura dell’imprenditore di Senise, indicendo consultazioni primarie, e su quello dei pentastellati di arrivare a un accordo su un altro nome tra le varie componenti di un possibile fronte anti-centrodestra.

A portare la discussione, moderata dalla giornalista Lucia Annunziata, dal tema della sanità a quello dell’alleanza Pd-M5s in vista delle prossime elezioni regionali in Basilicata era stato, un po’ a sorpresa, proprio Speranza. Quasi un colpo di scena, il suo, dopo una serie di indiscrezioni su un possibile incontro ristretto a margine della presentazione del libro tra lo stesso Speranza, Chiorazzo, il responsabile enti locali del partito, Davide Baruffi, e il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri. Se nelle intenzioni di qualcuno quella sarebbe dovuta essere l’occasione per provare a convincere Chiorazzo a rinunciare alla candidatura a governatore, infatti, le cose sembrerebbero andate in maniera molto diversa. Anche se in finale lo scetticismo rispetto all’ipotesi di chiudere un’intesa sulla candidatura a governatore del re delle coop è comunque aumentato.

«Ho affetto per Giuseppe Conte, ma l’altra sera su Trump e Biden mi si sono rizzati i capelli. O sulla Basilicata dove, nonostante c’è la possibilità di mettere in campo una candidatura straordinaria, non si trova ancora l’accordo». Così l’ex ministro aveva iniziato il suo ragionamento sullo sforzo, e i sacrifici necessari per raggiungere un’intesa Pd-M5s. Era toccato, pertanto, alla moderatrice Annunziata di “girare” la questione ai referenti dei due partiti, Conte e Schlein. Di qui la battuta, in inglese, della seconda, che ha affermato che prima si chiude un accordo meglio é («the sooner is the better»). Mentre l’ex premier ha escluso che questo invito a fare presto della segretaria del Pd possa essere stato indirizzato ai 5 stelle e ha bocciato l’idea di adottare logiche da «cartello elettorale», mutuate dal centrodestra, e ha insistito sulla valorizzazione delle «affinità» tra Pd e M5s su temi e programmi. Per provare a recuperare i consensi che servono a battere il centrodestra con la «credibilità» dei progetti. «Noi non abbiamo pregiudizi, dobbiamo trovare progetti condivisi, dobbiamo essere seri».

Queste le parole del leader dei 5 stelle Conte, che hanno in qualche modo evocato le critiche arrivate anche dall’interno del Movimento rispetto a una possibile candidatura di Chiorazzo. Un po’ per la storia imprenditoriale che si porta dietro, dal momento che la sua coop Auxilium gestisce un appalto importante per il sistema sanitario lucano come quello per l’assistenza domiciliare integrata. Un po’ per le antiche frequentazioni di personalità della prima e della seconda repubblica non proprio appartenenti al pantheon pentastellato. Tipo Giulio Andreotti e Gianni Letta.

Alla provocazione di Speranza sull’ambiguità mostrata sulla sfida tra Trump e Biden negli Stati Uniti, Conte ha replicato evocando il bellicismo mostrato dal Pd rispetto all’invio di armi in Ucraina, e la vicenda del termovalorizzatore di Roma, da sempre osteggiato dai pentastellati, ma inserito di nascosto del decreto Aiuti allo studio dell’allora governo Draghi. Quali siano gli «ostacoli» da superare per l’intesa su un candidato governatore in Basilicata, però, l’ex premier non lo ha voluto precisare. Come pure i «migliori interpreti» a cui ha fatto riferimento. Sebbene in tanti abbiano pensato a un riferimento, implicito a Chiorazzo, e alle personalità che potrebbero essere candidate come governatore al suo posto.

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