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Il palazzo della Regione Basilicata

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AL VIA la settimana della verità: da oggi in poi, ogni giorno può essere quello giusto per sbloccare la situazione di stallo – tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra – sui candidati alla presidenza della Regione Basilicata. Chiusa l’incombenza delle Regionali in Sardegna – ieri nell’isola si è votato e stamane si saprà chi ha prevalso tra i due maggiori aspiranti alla presidenza (Paolo Truzzu di FdI per il centrodestra e la pentastellata Alessandra Todde per il centrosinistra, sia pure con qualche defezione) – agli schieramenti delle possibili coalizioni non resterà che da scegliere i nomi su cui puntare per la corsa alla poltrona più prestigiosa di via Verrastro. L’esito del voto in Sardegna potrebbe avere riflessi anche in Basilicata in tal senso ma il tempo ormai è quasi scaduto per tutti. Partiti sempre più in fibrillazione da una parte e dell’altra, tra loro e al loro stesso interno, in vista delle decisioni definitive, ormai imminenti.

CANDIDATI ALLA PRESIDENZA DEL CENTRODESTRA

Tra i candidati alla presidenza della Regione, l’uscente Vito Bardi punta alla ricandidatura, lo ha ribadito anche nel suo intervento al congresso nazionale di Forza Italia, che continua a sostenerlo strenuamente. Potrebbe ottenere la candidatura-bis, sempre che gli alleati non si mettano di traverso. La Lega, per esempio, potrebbe chiedere di puntare sul proprio coordinatore regionale, Pasquale Pepe, come “ricompensa” per il passo indietro fatto in Sardegna dove ha ceduto il passo al candidato di FdI rinunciando al possibile bis di Christian Solinas, governatore uscente sardo-leghista. Ma anche Fratelli d’Italia potrebbe decidere di passare all’incasso pure in Basilicata, decidendo magari di puntare su un nome di “area” per non urtare eccessivamente la sensibilità degli alleati. Questione di ore, al massimo di qualche giorno, poi la matassa sarà dipanata.

CANDIDATI DEL CENTROSINISTRA

Qui la situazione è un po’ più ingarbugliata. Tra i candidati alla presidenza della Regione, al momento è in campo l’imprenditore di Senise, Angelo Chiorazzo, sostenuto dal Partito democratico (almeno da un parte consistente) e dal movimento Basilicata casa comune. Ma la sua candidatura non piace agli altri possibili alleati, Movimento 5 stelle in primis. Da mesi, ormai, si tenta di uscire dallo stallo ma finora non c’è stato verso. E due giorni fa – proprio quando era atteso l’ennesimo incontro tra i possibili partiti della coalizione, poi rinviato a oggi, forse domani – sono spuntati i primi nomi “alternativi” alla candidatura di Chiorazzo.

La “rosa” di papabili, proposta dai Cinquestelle, sarebbe composta dall’ex direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio, dal presidente vicario della Corte d’appello di Potenza, Alberto Iannuzzi, e dal presidente dell’Ordine dei medici del capoluogo, Rocco Paternò. Una mossa, quella dei pentastellati, che non è stata gradita da Basilicata casa comune, che li ha sostanzialmente “bocciati” ritenendo Chiorazzo «il migliore candidato» e pronto ad andare avanti per la sua strada. E che ha spiazzato il Pd, già alle prese con le divisioni interne e con la necessità di provare a trovare l’intesa con M5s, sollecitata anche dalla segretaria nazionale Elly Schlein. E così sono ripartiti i contrasti. Ieri, per esempio, l’esponente dem Giovanni Petruzzi ha rilanciato su Chiorazzo. «Alla chiarezza e nettezza del pronunciamento politico della direzione regionale del Pd del 27 ottobre 2023 – ha scritto in una nota – ed alla limpidezza e autorevolezza dell’azione del candidato presidente Angelo Chiorazzo, si contrappongono quotidianamente patetici e stucchevoli tentativi di intorbidire le acque», in riferimento alla «inedita ammucchiata anti Chiorazzo». Mentre Vittoria Pertusiello ha scritto: «Più che i nomi forse bisognava chiarire cosa si pensa di fare nei prossimi 5 anni. E aggiungo, basta co’ sta’ storia dell’unità. Uniti abbiamo scelto Trerotola… a perdere ovviamente».

Acque agitate anche tra i 5 Stelle, con Pietro Griesi che ha attaccato il consigliere regionale Gianni Leggieri per aver «“sposato” la causa Chiorazzo perchè vittima della «sindrome dell’ex». E poi ci sono gli altri possibili alleati con i quali occorrerà fare i conti. Insomma, facile prevedere che la scelta non sarà una passeggiata.

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